DAL VICARIO GENERALE DELLA DIOCESI
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Ci diamo qualche informazione, per evitare la troppa confusione che sta girando.
I Decreti del Governo – compreso l’ultimissimo - non hanno mai chiesto la
chiusura delle chiese, quanto piuttosto la sospensione delle celebrazioni e gli
assembramenti di persone, per questione del tutto sanitaria. Quindi, le chiese
rimangano aperte, tanto più in questo tempo nel quale è importante dare segnali
di fiducia e di continuità e soprattutto – vorrei aggiungere – dove si è
abituati a tenerle chiuse (pur immaginando quante cautele comporti questa
scelta). Siano messi a disposizione strumenti di preghiera, tra quelli proposti
dalla diocesi o eventualmente preparati in parrocchia.
Il Governo non proibisce le normali e necessarie abitudini delle persone, le
quali, ad esempio, possono portarsi nelle chiese, sempre tenendo conto dei
criteri minimi di rispetto sanitario che ormai tutti conoscono. L’adorazione
domenicale (eventualmente anche infrasettimanale, qualora vi sia la
consuetudine) si continui a proporre, ma senza una celebrazione eucaristica,
aperta al pubblico, che le dia inizio o la concluda. Anche nel caso della
preghiera di adorazione, non manchino sussidi e si provveda ad un minimo di
vigilanza. Per le confessioni, ci si attenga a quanto stabilito in precedenza,
senza negarle facilmente e con le dovute attenzioni. Ricordo che non è
consentita la distribuzione dell’Eucarestia nelle chiese, tanto meno indicando
luoghi e orari.
Il Decreto del Governo, firmato ieri precisa ulteriormente le questioni sportive
che più volte hanno messo a disagio i parroci, e invoca di fatto una chiusura
pressoché totale dei nostri centri parrocchiali. Bisognerà coinvolgere le
eventuali società sportive nella gestione comune dell’emergenza.
Preciso di nuovo che sono vietate dal Governo tutte le celebrazioni esequiali
anche nella forma da me indicata precedentemente. Non si devono prevedere soste
né in chiesa, né in obitorio, ma esclusivamente in cimitero dove è consentita la
sola benedizione della salma, presente un numero limitato di persone. In caso di
cremazione, il parroco potrebbe recarsi all'obitorio e procedere alla
benedizione della salma, oppure, dopo la cremazione, procedere alla benedizione
dell’urna al momento della sua deposizione nel sepolcro, in cimitero. A
consolazione spirituale dei parenti sarà bene informarli che, anche se in forma
privata e senza la loro presenza, provvederemo come preti a celebrare la Messa
di suffragio. Ovviamente, alla fine dell’emergenza, bisognerà trovare una
modalità liturgica per dare spazio al ricordo di quanti ci hanno lasciato in
queste settimane. La situazione, già sufficientemente difficile, chiede che
tutti abbiamo pazienza, senso pratico, condivisione di procedure e, allo stesso
tempo, una grande attenzione alle persone.
Questo tempo comporta ovviamente un introito economico molto ridotto alle comunità cristiane: perché non immaginare qualche forma di contribuzione dei singoli e delle famiglie non per forza legata alle offerte domenicali e ai sacramenti? Gli organismi parrocchiali potrebbero dare un loro parere in merito a questa questione, reale e seria?
Inviamo la proposta di preghiera per domenica prossima (allegato).
Credo di avere concluso, anche se non ne sono sicuro … Chiediamo scusa per le parole, le indicazioni, i Decreti, gli errori …, ma comprenderete che vescovo, vicari episcopali e uffici stanno facendo del loro meglio per rispondere al momento presente.
Noi stessi siamo particolarmente vicini a tutti i preti e ai loro collaboratori in questo tempo di grande disagio e smarrimento.
Buoni giorni a tutti.
Don Giuliano