Messaggio di Padre Roberto del 1/4/2020

 

Carissimi parrocchiani,

            tutti noi abbiamo negli occhi e nel cuore il momento straordinario di preghiera in Piazza San Pietro vuota, il 27 marzo scorso. Il Crocifisso bagnato dalle lacrime del cielo e la benedizione del Papa Urbi et orbi.

Papa Francesco nella sua omelia, citando il Vangelo che narra della barca degli apostoli nella tempesta, ha sottolineato il grido degli Apostoli rivolto al loro maestro che dorme e sembra non interessato alla loro sorte: “Signore non ti importa che siamo perduti?”. Il Papa in quelle parole ha visto le nostre parole di credenti che sembriamo in balia della tempesta della morte che è nell’aria, entra nei nostri polmoni e nei nostri cuori.

Sì, perché questa è la sensazione che alberga nei nostri cuori in questi giorni, la morte si è impossessata della nostra vita, colpendo la nostra salute, i nostri affetti, la nostra vita sociale ed economica, il nostro futuro.  Tutto è stato stravolto e rovesciato, a cominciare proprio dai riti funebri, così dolorosamente numerosi in questi giorni anche nella nostra parrocchia. Ci sono stati in questo mese fratelli e sorelle che sono tornati alla casa del Padre . I loro nomi sono riportati nel sito della parrocchia (li trovate qui). La celebrazione del funerale si dice anche “esequie”, che letteralmente significa “andare dietro”, richiamando il corteo che partecipa unito nell’accompagnare il defunto nel suo viaggio verso il cielo. Le esequie solitamente diventano l’occasione anche per stringersi attorno a chi è nel dolore e rafforzare la consolazione, ma nello stravolgimento di questi giorni anche i riti delle esequie sono colpiti e lo stare distanti aumenta il dolore. La sepoltura di chi è morto viene fatta subito, senza la consolazione della messa in chiesa o di un momento comunitario che dica anche fisicamente la vicinanza di chi è nel lutto. E spesso non ci sono i parenti costretti a casa per la malattia e la quarantena.

Per i defunti della parrocchia ho celebrato in privato la messa e appena sarà terminata l’emergenza concorderò con la famiglia del defunto una messa di suffragio, per dare in modo degno e giusto il commiato cristiano a un fratello e sorella che hanno camminato con noi nella fede, nella speranza e nella carità ed essere vicini ai loro familiari con la nostra fraterna partecipazione.

Quest’anno non sarà possibile celebrare nel modo consueto la settimana santa e la Pasqua. Sentiamo perciò più forte l’anelito a riprendere la quotidianità delle nostre azioni. Desiderare la salute è la consapevolezza di un dono totalmente gratuito che sprona a riprendere il cammino con più vigore. Questa pandemia forse è l’occasione per riflettere sul stile di vita e sul discernimento di ciò che è essenziale,di ciò che rimane,di ciò che conta. E’ anche l’occasione per "ricentrarci” su ciò che veramente importante.

È il momento di scoprire la forza della preghiera che unisce e la preghiera in famiglia. La prossima Settimana Santa siamo invitati dal nostro vescovo a viverla con una proposta, fatta di brevi parole, di piccoli gesti e segni familiari e realizzare in ogni casa un angolo di preghiera, “l’angolo bello”.

Le indicazioni e i sussidi li possiamo trovare sul sito della diocesi di Padova (vedi http://www.diocesipadova.it/decreto-e-nota-pastorale-per-la-settimana-santa-e-il-triduo-pasquale/ )  e saranno inseriti giorno dopo giorno anche sul sito (e sulla pagina Facebook) della nostra parrocchia.

Vi ricordo uno ad uno, ringrazio tutti coloro che tengono contatti con messaggi sui cellulari e telefonate e pregano non solo per loro stessi e le loro famiglie , ma anche per me, e soprattutto per coloro che sono in prima linea in questo tempo surreale. Prego per voi e vi mando la mia fraterna benedizione

P. Roberto