Il patrimonio dei ricordi
PAOLO GALVAGNI, PARROCCHIANO DI SAN CAMILLO

Il generoso contributo e l’esigente spirito critico   di Paolo Galvagni erano ben noti a quanti hanno frequentato la parrocchia di san Camillo nei circa vent’anni precedenti il giorno 30 luglio 1984, quando Paolo, giunto ad un punto di sosta della via ferrata Tridentina, si è addormentato nel suo Signore, appoggiando il capo  sulle ginocchia di   Maria Teresa, circondati dai loro tre figli.

Amava assumersi e svolgere impegni concreti, mettendo al servizio della parrocchia le sue competenze organizzative e tecniche  e molto tempo, arrivando addirittura a prendersi alcuni  giorni di ferie da spendere nel servizio alla comunità. Della vita parrocchiale si sentiva partecipe ma anche corresponsabile, tanto che non solo  rispondeva alle richieste del parroco, ma andava lui stesso a chiedergli se ci fosse qualcosa da fare.

Alla costante e generosa disponibilità Paolo accompagnava una particolare riservatezza;   evitava di parlare di sé, dei suoi problemi e anche della sua famiglia. 

Pertanto per dire di Paolo conviene ricorrere alle testimonianze di qualcuno che lo conobbe nel suo operare.

Padre Virgilio Grandi, parroco di San Camillo negli anni settanta e poi missionario a Bogotà,   nella lunga lettera inviata a Maria Teresa quando seppe dell’improvvisa morte di Paolo, scrisse  “penso al grande vuoto lasciato nella Parrocchia, poiché senza far rumore o esibizionismo, ma silenziosamente e quasi di nascosto era sempre presente e attivo, attento alle molteplici necessità, disponibile e pronto per aiutare, supplire, collaborare, mettendo a disposizione le sue qualità tecniche”.

I componenti del Consiglio Pastorale Parrocchiale, di cui Paolo ha fatto parte, lo ricordano oltre che particolarmente attivo nell’organizzazione delle attività che si svolgevano nel Patronato, fermo ed intransigente nei principi, senza compromessi o tentennamenti.  Veramente si può dire che da lui si riceveva non solo un esempio di capacità e generosità, ma ancor più di rettitudine e coerenza nella vita sia professionale che familiare e sociale. 

Dalla stessa lettera di Padre Virgilio Grandi si può trarre una sintetica valutazione del contributo di Paolo Galvagni alla parrocchia di san Camillo: “La sua presenza e la sua azione costante costituivano un pilastro sicuro e validissimo della famiglia parrocchiale e anche una figura magnifica di cristiano impegnato e coerente che, pur nel suo umile atteggiamento, si distingueva e primeggiava in mezzo alla comunità praticante della parrocchia”.           

 

Mario Gui 

e  Gaetano  Malesani

 

 

Martedì 24 luglio 1984, ore 17: in cima al Monte Pez,

nel gruppo dello Sciliar (alle spalle il Catinaccio).

Verso questo cielo Paolo è salito sei giorni dopo, lunedì 30 luglio alle 10.50

 

 

torna all'indice - Vita Nostra maggio 2008 - anno 3 numero 2