A piedi tra fede, cultura e fatica
IL CAMMINO DI SANTIAGO DI COMPOSTELA

Pellegrinare a piedi partendo da  Saint Jean-pied-de-port, sotto i Pirenei francesi, per arrivare, dopo circa 800 chilometri, a Santiago di Compostela, nella Galizia spagnola è, prima di tutto, un viaggio indimenticabile, un’esperienza positiva che si colloca, secondo noi, tra le cose importanti nella vita di una persona.

Cos’è rimasto, ad oltre due anni di distanza? Qual è il ricordo di quel viaggio?

Le vesciche ai piedi?

I solchi lasciati  dal peso degli zaini sulle spalle?

Le tracce delle infiammazioni che ancor oggi si fanno sentire?

No, tutto questo è passato e ne resta traccia soltanto nelle annotazioni sui diari che, a fine giornata, venivano diligentemente compilati, dopo il lavaggio delle vesti e una doccia rilassante, quasi a voler scaricare sulla carta tutta la tensione dei chilometri, del sole e della polvere.

Quello che è rimasto sono le riflessioni, profonde e utili, che le centinaia di ore di marcia nella regione iberica ci hanno dato l’occasione di fare. È una certezza che ribadiamo ogni volta che ci incontriamo e che speriamo di aver trasmesso anche in occasione della proiezione del 16 novembre 2008, davanti ai parrocchiani di San Camillo de Lellis.

Il riflettere attraverso il paesaggio, quando il sentiero taglia i campi di grano ed il giallo delle spighe ti mette allegria e tu non vedi l’ora di poterla trasmettere ai tuoi compagni di viaggio o alla tua famiglia lontana..

Oppure quando, dopo aver colto le geometrie dei bassi vigneti di pianura, la salita si fa più ripida e il cuore e il respiro aumentano il loro ritmo. Ecco allora che il pensiero va, con inaspettata sorpresa, alla forza e alla resistenza del tuo corpo e a come fare per metterla a disposizione degli altri, subito, e una volta tornato a casa.

Ma la forza aumenta ancora quando, dopo aver attraversato un corso d’acqua, ci si riposa all’ombra di una chiesa o lungo un muro di pietra, sotto un crocefisso di legno dove qualcuno, prima di te, ha inciso una frase di incoraggiamento per quelli che passeranno dopo di lui. Ecco allora che anche tu ti senti potentissimo e pensi che potrai essere di aiuto per gli altri, per i figli che sono rimasti a casa e contano su di te, sempre, anche se sei lontano mille chilometri da loro.

Alla sera, negli ostelli e nelle mense dei pellegrini, incontri tante persone, non le hai mai viste prima e probabilmente non le vedrai mai più, non parli la loro lingua, ma sai che con loro ti capirai benissimo, sei consapevole che hanno i tuoi stessi pensieri. Nascono amicizie brevi che durano pochi minuti o pochi chilometri, ma ti rendi conto che di ognuno di loro ti puoi fidare, gli puoi raccontare di te; puoi chiedere la loro borraccia dell’acqua o l’ultimo pezzo di pane rimasto.

Sono le persone del mondo che, come te, hanno deciso di fare una riflessione, e magari anche loro, come te, non sanno di preciso perché l’hanno fatto, ma ora sono lì: studenti, operai, professionisti; tutti insieme e tutti uguali nel Cammino di Santiago di Compostela e in quello della vita.

Ciascuno di loro è lì, agganciato ad un sentiero millenario tracciato da un Apostolo, ma si sente libero e ha lo sguardo e il cuore rivolti in avanti, ognuno verso un traguardo differente, con lo zaino carico di speranza per il futuro e senza alcuna paura per il presente

 

Mirco Bortolato e

Gianfranco Venturini

 

 

 

 

Segni del cammino


Incontri lungo il cammino

Incontri lungo il cammino

52 km alla meta

In vista di Burgos

Missione compiuta

 

torna all'indice - Vita Nostra dicembre 2008 - anno 3 numero 4