Hanno Scritto: Gianfranco Ravasi

LE DUE FACCE DELLA MORTE (da Breviario laico)

“La morte è il lato della vita rivolto dall’altra parte rispetto a noi, è il lato non  illuminato da noi”.

Il poeta austriaco Rainer Maria Rilke (1875-1926) ha pensato questa frase per il Sabato Santo, quando anche Cristo è un muto cadavere nel sepolcro, per dire che noi vediamo solo il profilo tragico della morte, che indica dissoluzione, fine, silenzio, mentre c’è un’altra dimensione, che si affaccia sul mistero, sull’eterno e sull’infinito.

Cristo è venuto per far balenare davanti ai nostri occhi anche quest’altra faccia della morte, il suo profilo illuminato dalla luce della Pasqua. Certo, non viene meno il volto tenebroso, fatto di solitudine, di lacerazione, segnato persino da un urlo lanciato a un Dio distante e assente. Ma all’alba il velo del buio si squarcia e si intuisce l’oltrevita, l’altro viso della morte, immerso nella luminosità divina.

Come dice l’Apocalisse, al di là c'è la dimora di Dio con gli uomini … là non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate (21, 3-4). Bisogna allora saper guardare anche dall'altra parte, come suggeriva il filosofo russo Petr Caadaev (1794-1856): perché tra voi e il cielo vedete solo la pala del becchino? Perché non comprendete che l’eternità è la vita stessa dell’uomo giusto?

 

(a cura di Giuseppe Iori)

torna all'indice - Vita Nostra aprile 2009 - anno 4 numero 1