A 75 ANNI, PRETE NELLA PARROCCHIA SAN CAMILLO DI PADOVA

I redattori di “Vita Nostra” mi hanno chiesto di presentarmi. Lo faccio non malvolentieri perché la richiesta mi è stata fatta col sorriso; ma neppure volentieri, perché all’inizio di un’esperienza è preferibile ascoltare, vedere ed attendere.

Ciò vale particolarmente per me: sono  un novizio all’interno  di una parrocchia, non sono abituato né ai Grest, né alla festa del Ciao né ad altre cose simili; per di più sono incline a non pensare al passato  - che affido al Signore - ma a guardare avanti; infine riconosco di  essere arrivato ad un’età nella quale si può cantare con convinzione e con realismo: “Fin che la barca va …”.

Rispondo comunque alla proposta, come adesione ad un desiderio.

Ho fatto altrettanto quando il mio superiore provinciale mi ha domandato se ero disponibile a venire nella Parrocchia S. Camillo, a sostegno di P. Roberto che invocava aiuto. In quell’occasione ho pensato bene di dire di sì a chi chiamava “aiuto”,

Dopo tre mesi in parrocchia, trascorsi a titolo di prova, ho fatto presente al superiore provinciale che P. Roberto ha veramente bisogno di una spalla e che la persona ideale, adatta allo scopo, non potevo essere io, sia per l’età e sia per l’esperienza fatta negli ospedali e nelle case di riposo.

Sentito però che non c’erano alternative, mi è venuto spontaneo dichiarare la mia disponibilità.

E, allora, eccomi qui con una impressione positiva: è bello vivere in una parrocchia come quella di S. Camillo.

Qui ci sono persone con le quali la comunicazione è facile, immediata e spontanea.

Qui la parola importante non è il silenzio – al quale ero abituato- ma il movimento in tutti i sensi.

Qui è possibile celebrare la Messa in cui c’è il legame della liturgia della parola con la liturgia eucaristica, della fede con la vita e anche il legame del sacerdote con la gente.

Qui c’è una comunità animata da un esercito di volontari e articolata in tanti gruppi ammirevoli per le iniziative, per l’animazione e per l’offerta di servizi a beneficio di tutti, in chiesa, in patronato e nella casa di accoglienza.

Il 22 novembre abbiamo festeggiato in parrocchia gli anniversari. Insieme al 40° di sacerdozio di Padre Roberto, abbiamo così potuto festeggiare il 50° di sacerdozio di padre Renzo. Conoscendo un suo hobby, siamo riusciti a fargli accettare un piccolo regalo della comunità: un’attrezzatura per i lavori di giardinaggio


Qui c’è la convivenza di tutte le età: bambini, ragazzi, giovani, adulti, anziani: tutti con i propri spazi e con i propri tempi e tutti con l’animo ispirato alla condivisione e al valore della famiglia.

Qui c’è un parroco che ha tante caratteristiche: è la memoria della parrocchia, è un accompagnatore ed ispiratore contento ed entusiasta, è un prete che lascia fare e che chiede agli altri di fare con responsabilità ed autonomia.

Qui un sacerdote è aiutato a fare il prete, grazie alla relazione umana, all’esempio e alla richiesta di ministero sacerdotale.

Qui si vive intensamente il presente e nello stesso tempo si guarda al futuro, credendo e sperando sempre più nella crescita dei laici nella gestione della parrocchia.

In una parrocchia così fatta, vorrei inserirmi col desiderio di avere sempre il tempo di preparare e di celebrare la Messa, diversa ogni giorno; con la persuasione che nessuno va bene per tutti e che nessuno non va bene per nessuno; con la convinzione dell’importanza del dissenso, quando questo favorisce la lungimiranza, il divertimento, l’impegno personale, la benevolenza e il perdono; con la gioia di vedere che le energie di ciascuno vengono liberate e valorizzate; e con la volontà di avere un occhio di preferenza per coloro che soffrono: camilliano lo voglio sempre essere e a maggior ragione in una parrocchia che comprende l’ospedale.

 

P. Renzo Rizzi

 

torna all'indice - Vita Nostra dicembre 2009 - anno 4 numero 4