Il patrimonio dei ricordi

PADRE MARIO MARIA MARIANI

Padre Mario Maria Mariani, nato a Seregno il 15/12/1916, ordinato sacerdote il 27/6/1943, era parroco a S. Camillo da circa un anno quando io lo conobbi per la prima volta nel 1964, anno del mio felice matrimonio e del successivo inserimento nella nostra comunità.

Chi ha avuto la fortuna di vivergli accanto può affettuosamente ricordarlo per la ricchezza delle sue doti umane e sacerdotali, il suo carattere estremamente estroverso e la sua esuberante vitalità, il suo volto sempre sorridente che trasmetteva uno straordinario calore umano, la sua totale disponibilità all'accoglienza verso tutti, la sua grandissima generosità.

Egli fu sempre pronto ad ascoltare umilmente consigli e suggerimenti, a favorire incontri di fraternità produttori di amicizie forti e durature, cercando di avvicinare tutti, anche coloro che sembravano più lontani da un'aggregazione d'ispirazione religiosa. Il suo caratteristico saluto: "Oh, figlio di Dio!" toccava il cuore di ciascuno che incontrava.

Nei primi anni ci radunavamo nell'attuale Salone parrocchiale, che allora fungeva da Cappella. Ma la forte espansione urbanistica della zona nella quale continuavano ad insediarsi famiglie nuove, per lo più giovani, evidenziarono ben presto l'urgenza di costruire una Chiesa più capiente e funzionale, da affiancare alle necessarie strutture di supporto catechetiche, liturgiche, sportive, caritative, ricreative. E il 6 aprile 1965, 140 capifamiglia della Parrocchia presero la storica decisione dell'edificazione del nuovo tempio, secondo le direttive conciliari per celebrare una liturgia attiva e partecipata. Con l'aiuto di un Comitato di coordinamento, il 14 settembre 1965 prese avvio la nuova opera, fortemente voluta da P. Mariani, che fu portata a termine nel 1967, pur tra tanti ostacoli e contrarietà.

 

Padre Mariani partecipa nel 1980 alla concelebrazione per l’inizio
del ministero di parroco di P. Roberto


 

Lui, uomo di Dio, colto, arguto e vivace nelle espressioni e nei gesti, zelante nell'annunciare la Parola e nel donare i Sacramenti, si trovò ben presto inguaiato da pratiche burocratiche, da difficoltà economiche dovute anche a lievitazioni dei costi in corso d'opera, da incomprensioni di varia natura, senza appoggio dei Superiori, senza contributi. Sarebbe stato più che comprensibile il mollare tutto! Invece, pur in mezzo a tali grossi dispiaceri morali e materiali, egli non cedette, confidando nella Divina Provvidenza che lo aiutò tramite i suoi Parrocchiani, la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e i suoi stessi familiari che riuscì a coinvolgere direttamente.

A ciò aggiunse privazioni personali, preoccupato unicamente di non perdere i "lineamenti del prete". Quei lineamenti che lo portavano con il mitico "Galletto" della Guzzi, magari nel cuore d'una rigida notte, al capezzale d'un ammalato che lo aveva cercato oppure al Seminario diocesano, ove veniva richiesto come direttore spirituale, confessore saggio e comprensivo o ancora a pregare, con il fido ed indimenticabile Angelino, davanti al tabernacolo, in riparazione delle trasgressioni umane.

Collaborarono con lui, negli anni, a vario titolo, alcuni Confratelli: p. Franco, p. Adolfo, p. Antonio Didonè (tutti studenti universitari), p. Lorenzo, p. Giuliano, p. Luigi Liviero, p. Luigino, p. Antonio Casera, p. Lino ed il nostro attuale parroco p. Roberto, suo amato concittadino, arrivato fra noi nel 1969, il quale, come novello sacerdote cappellano, si prese subito cura dei tanti giovani che frequentavano il Patronato. In quegli anni, fra l'altro, fu lanciata e realizzata l'idea di formare gruppi di catechesi familiare in diverse vie della Parrocchia. Ovviamente padre Mariani non dimenticava gli ospiti del Centro Nazareth, il Don Bosco con le tante Suore e giovani che nei primi tempi animavano la Messa festiva delle 8, celebrata dal salesiano Don Antonio, simbolo profetico di una sinergia di forze e carismi di Ordini diversi, necessaria per le molteplici esigenze qualitative e quantitative di una Comunità parrocchiale che desideri puntare al meglio.

Al di là dell'aspetto prettamente religioso, padre Mariani fu l'ispiratore di tante altre iniziative significative e utili alla comunità, dall'intitolazione di una via al nostro S. Camillo de’ Lellis all'esigenza di un’adeguata illuminazione esterna e via discorrendo. Purtroppo, quando l'orizzonte sembrava rasserenarsi con il diminuire delle problematiche soprattutto finanziarie, cedette il cuore di quell'uomo che aveva sofferto fin da piccolo per la scomparsa del padre a soli 4 anni e che non si risparmiò mai nel suo ministero operoso e creativo, pur tra le citate difficoltà ed incomprensioni. Così, con grandissimo dispiacere suo e dei parrocchiani, dovette lasciare la guida della nostra comunità nel 1974.

Ritornò a Padova solo una volta, nel 1980, invitato da P. Roberto, che iniziava il suo “nuovo” ministero come parroco, un anno prima della sua dolorosa scomparsa avvenuta a Seregno il 26/10/1981.

Ricordo che, nel giorno del funerale, sentii il dovere di parteciparvi, abbandonando un Convegno scientifico, per essere a fianco di tanti amici, per dirgli un grazie sincero ed affettuoso per il bene da lui profuso per noi. Lo scrittore tedesco Hermann Hesse, Nobel per la letteratura, affermò che "l'arte della vita sta nell'imparare a soffrire e nell'imparare a sorridere". Questa frase che ben s'addice alla figura di Padre Mariani, può essere un monito anche per noi, nel ricordo di un grande uomo e di un grande sacerdote, il cui nome rimane inciso nella lapide della Chiesa, ma soprattutto nel cuore di quanti l'hanno conosciuto, amato e apprezzato.

Renato Zanovello

torna all'indice - Vita Nostra dicembre 2009 - anno 4 numero 4