I CONSIGLI PASTORALI CITTADINI

Presso il Cottolengo di Sarmeola di Rubano, in un’affollata assemblea dei rappresentanti dei Consigli Pastorali Cittadini, è stato fatto il punto sulle prospettive future. Anche la nostra parrocchia è stata presente, con una delegazione guidata da padre Roberto. È stata un’occasione molto utile sia sul piano della riflessione che delle prospettive.

La prima relatrice, Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione Cattolica, ha svolto un “elogio dei tempi di crisi”, sottolineando come tutti noi, proprio “per la complessità e la gravità dell’attuale situazione … dobbiamo assumere con realismo, fiducia e speranza le nuove responsabilità, nell’ottica di un profondo rinnovamento culturale e della riscoperta di valori di fondo su cui costruire un futuro migliore”.

Bignardi ha preso lo spunto da uno stimolante momento evangelico, quando Gesù, dopo aver sedato un’improvvisa tempesta mentre lui e i suoi apostoli attraversavano un lago, li esorta a non avere paura e chiede loro: “Non avete ancora fede?” Ancora una volta è dal messaggio di Cristo che dobbiamo partire se vogliamo ritrovare la “retta via” e vincere l’odierno “neopaganesimo”. Il rimprovero del Maestro può e deve farci superare la percezione di stanchezza, di peso e di scoraggiamento causata da tre pericoli che la Chiesa sta attraversando: la mondanizzazione, la ritualizzazione, la burocratizzazione.

Del resto, ha concluso la relatrice, già nel 1994 Giuseppe Rossetti esortava i cattolici a riscoprire la forza della “fede nuda, pura, fondata solo sulla parola di Dio, considerata interiormente; senza di lei non potremo attingere a niente, a nessuna sintesi, a nessuna “summa”, perché dobbiamo essere certi che il Signore avrà pietà delle nostre paure come ha avuto pietà della paura dei discepoli sulla barca in tempesta, riaccendendo anche in noi il fuoco della sua presenza.

 

 

Il secondo relatore, il giornalista Francesco Jori, ha centrato il suo intervento soprattutto sul piano pratico di una pastorale concreta: anche Padova è interessata dalla globalizzazione che “ci mette tutti in rete”, per cui siamo chiamati a vedere nella presenza dell’altro (gli immigrati, i poveri, i sofferenti) non un pericolo da cui difenderci, ma una “risorsa” a cui attingere. Certo, cresce il disagio sociale, manifestato da vari segni, la crisi economica, la crescita del numero degli anziani, le tensioni sia nel centro che nelle periferie della città, la microcriminalità che si diffonde, la difficoltà di capire bene il mondo giovanile …

Ma non dobbiamo avere paura di leggere una realtà così complessa: nel Veneto vivono (e devono convivere!) 170 etnie diverse, quindi una pluralità di culture. Il nemico però è “dentro di noi”; se non sapremo affrontare questa sfida e, partendo dal presupposto che nella storia “non c’è barriera che abbia resistito”, dobbiamo “partire dall’ascolto delle paure per poi passare a promuovere l’idea della convivenza e dell’accettazione come regola”.

Come possiamo quindi convivere con il “diverso”? La risposta sta nella parabola del Samaritano, che “è colui che riconosce nel più lontano il suo prossimo, superando, appunto, la paura, e trovando nello splendido significato della Pasqua il logico completamento del significato del Natale; oggi infatti siamo nella stessa fase storica tra il venerdì di Passione, quando con la morte di Cristo tutto sembra finire, e la domenica di Resurrezione: è un sabato di attesa, come diceva San Paolo, che sosteneva che dobbiamo investire nella speranza, anche quando questa sembra esserci negata”.

 

Giuseppe Iori

 

 

”... La risposta sta nella parabola del Samaritano …”
 

 

 

 

 

torna all'indice - Vita Nostra marzo 2010 - anno 5 numero 1