CRISTIANI PER SCELTA

DALLA «COMUNITA’ GREMBO CHE GENERA ALLA FEDE»

ALL’ «ESSERE COMUNITA’ PER INIZIARE ALLA VITA CRISTIANA».

Gli Orientamenti Pastorali della Diocesi per il 2011-2012

"Affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il Vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita”. Partendo da questa citazione della 1a Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi, il nostro vescovo, Antonio Mattiazzo, ha indicato con chiarezza e concretezza il cammino che la Chiesa di Padova deve intraprendere nel nuovo anno pastorale per fecondare la strada su cui si è avviata all’inizio di questo decennio. Richiamandosi sempre a San Paolo, egli si è definito come una madre e come un padre che hanno cura dei propri figli; in questo senso il nostro pastore ha sottolineato la centralità dell’Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, basata sulla esaltante consapevolezza che la generazione della fede impegna il cuore della comunità cristiana, la sua capacità di affetto, la sua disponibilità a dare la vita per amore e ad accompagnare la crescita dei suoi figli con sapienza e determinazione.

In questa prospettiva sia il Vescovo che il Consiglio Pastorale Diocesano hanno individuato la centralità del ruolo del Vicariato; le comunità cristiane devono camminare insieme, ci sono tre segnali che ci incoraggiano molto:

il dono che la Chiesa di Padova ha ricevuto in questi ultimi anni con il catecumenato di persone adulte che hanno chiesto la nostra accoglienza e sono diventate membra vive della nostra chiesa;

il cammino di condivisione che stiamo facendo con le Chiese sorelle del Nordest in preparazione al 2° Convegno ecclesiale triveneto che si terrà ad Aquileia dal 13 al 15 aprile 2012;

la visita di papa Benedetto XVI il 7 e 8 maggio di quest’anno, che si è inserita in questo cammino e ci ha donato con grande ricchezza il senso di una comunione cattolica e universale, incoraggiandoci a proseguire con fiducia e speranza.

La logica della Chiesa di Padova è così quella di un cantiere aperto che, se da un lato ha sempre caratterizzato la storia del cristianesimo, dall’altro assume un carattere di urgenza nella società contemporanea, perché non si può più dare per scontato che tutto avvenga per tradizione e/o per inerzia, perché oggi si diventa cristiani per scelta e la comunità cristiana è chiamata a generare alla fede e ad accompagnarne la crescita, nel senso che una comunità cristiana vive e cresce attraverso tre fonti: la Parola, i Sacramenti, la Carità; la Carità infatti si fonda sulla Fede, come la Parola e i Sacramenti, e la vita cristiana, accolta innanzitutto come dono, si costruisce annunciando, celebrando e testimoniando.

Così l’anno pastorale viene distinto in due fasi: la prima riguarda soprattutto il coordinamento pastorale vicariale, i consigli pastorali parrocchiali, i sacerdoti e tutti gli operatori pastorali che fanno formazione, si basa soprattutto sulla metodologia dell’imparare facendo e si conclude sabato 4 febbraio 2012 con l’incontro congiunto nel quale verrà presentata una proposta diocesana di Iniziazione cristiana per fanciulli e ragazzi. La seconda fase vede nella Quaresima e nel tempo della Pasqua i suoi momenti forti, nel senso che si tratta di valorizzare incontri, iniziative, percorsi ed eventi che già fanno parte della prassi pastorale.

È necessario in questo senso che in tutte le parrocchie si riproponga l’esperienza dei centri di ascolto per i ragazzi in famiglia: una modalità che permette di rapportare tra di loro più soggetti – figli, genitori, catechisti, animatori, sacerdoti – coinvolgendoli nel cammino di fede. Il tempo pasquale deve essere particolarmente valorizzato, dando ad esempio centralità alla Veglia Pasquale, anche con la celebrazione dei sacramenti che, con il Battesimo, completano l’Iniziazione cristiana, la Confermazione e l’Eucaristia. Si evidenzia in questo senso la centralità del consiglio pastorale parrocchiale, definito come il primo elemento essenziale per vivere la comunione sinodale, che come compito primario ha quello di promuovere, accompagnare e verificare tutto ciò che vive e compie la comunità cristiana. È così opportuno che sia lo stesso consiglio pastorale parrocchiale ad incontrare i genitori dei ragazzi che celebrano i sacramenti dell’Iniziazione cristiana.

Altro punto di forza è di conseguenza il vicariato, perché solo se questo vive la sinodalità e la concretizza sarà possibile portare a compimento il “cantiere” dell’Iniziazione cristiana: il Vescovo stesso ha definito il vicariato come un valore non negoziabile e vitale per rispondere all’esigenza di unitarietà nell’azione pastorale. Solo così la comunità della nostra diocesi potrà essere veramente una Chiesa che cammina insieme, perché potremo comprendere pienamente il valore degli organismi di comunione come il vicariato e capire cosa significa essere corresponsabili nella Chiesa. Il vicariato allora non sarà più un contenitore di parrocchie, ma un luogo in cui si vive l’essere Chiesa in comunione ein dialogo con il territorio. E sempre in questa logica viene proposto, nel periodo tra settembre e novembre, un Incontro vicariale residenziale, come momento di formazione comune tra sacerdoti e laici per favorire l’incontro autentico tra le persone, l’ascolto vicendevole, la corresponsabilità ecclesiale e l’arte di progettare insieme l’attività pastorale. Si è compreso, in definitiva, che annunciare e vivere il Vangelo non sono solo un “fare” ma un “essere”; l’annuncio così inteso valorizza ogni dimensione dell’umano, anche le più quotidiane, facendo della capacità di relazione il suo punto di forza.

In conclusione, gli Orientamenti Pastorali affermano che ripensare all’Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi fa affiorare il nodo del cammino di fede degli adulti; occorre allora chiedersi come accompagnare i genitori, le famiglie, i catechisti, gli animatori, i padrini e le madrine, tutti gli adulti della comunità nel loro personale cammino di fede. Il motivo dell’impegno centrato soprattutto sui fanciulli e sui ragazzi è dovuto alla comprensione che questo è stato ed è il grande investimento della pastorale cristiana: come passare, cioè, da una Iniziazione che vede la sua conclusione nella celebrazione dei tre sacramenti “classici” (Iniziazione ai sacramenti) a una Iniziazione che avviene attraverso i sacramenti e che quindi può e deve caratterizzare tutta la nostra vita di uomini e di cristiani.

Giuseppe Iori

S. Messa di Prima Comunione: una tappa fondamentale del cammino di Iniziazione Cristiana 

S. Messa di Prima Comunione: una tappa fondamentale del cammino di Iniziazione Cristiana

La vita cristiana, accolta innanzitutto come dono, si costruisce annunciando, celebrando e testimoniando

La vita cristiana, accolta innanzitutto come dono, si costruisce annunciando, celebrando e testimoniando

 

 

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