Gruppo scout Agesci
CAMPO DI SERVIZIO IN ETIOPIA

Il 1° agosto 2012 noi, ragazzi e capi del clan “Canto Libero” del gruppo scout AGESCI Padova 2, siamo saliti sull’aereo che ci avrebbe portati in Etiopia, destinazione Addis Abeba e poi in autobus verso la missione di Emdibir!

Negli occhi di tutti c’era entusiasmo misto ad un pizzico di incredulità per essere riusciti a portare a termine un progetto partito due anni fa: una lunga preparazione, tanti autofinanziamenti, qualche difficoltà e molte novità nell’organizzare un’espe-rienza di servizio in una missione fuori dai confini nazionali.

L’impatto con la realtà locale non è stato facile, ma l’ac-coglienza del responsabile della missione, Paolo Caneva, e del Vescovo della diocesi di Emdibir, mons. Musiè Gebreghiorghis, ci hanno fatto sentire non degli estranei, ma parte attiva ed integrante del loro progetto.

L’allegria contagiosa dei bimbi spesso si alternava alla tristezza di non poter dare loro tutto ciò che avevamo portato, perché i vestiti e il materiale di cancelleria sarebbero stati distribuiti con un loro criterio dai responsabili delle missioni a cui erano destinati.

Ospitati presso una scuola gestita da sacerdoti indiani, ci siamo subito messi all’opera per realizzare i progetti che avevamo preparato a Padova e per riuscire a fare nel miglior modo possibile tutto quello che ci veniva chiesto da Paolo.

Divisi in gruppi di lavoro, abbiamo scavato con fatica un grande bacino per la raccolta dell’acqua destinato all’allevamento di pesci, spesso aiutati dai ragazzi del posto, che con il passare dei giorni ci hanno permesso di conoscere più a fondo la realtà in cui abbiamo prestato servizio.

 Più noioso è stato il lavoro di assemblaggio di agendine dell’anno liturgico etiope, che sarebbero state successivamente vendute.

Particolarmente difficile, invece, insegnare alle signore del posto, non conoscendo la loro lingua, a cucire bambole di stoffa.

Divertente è stato seguire i volontari della missione durante le lezioni di inglese per bambini.

Entusiasmante è stato giocare con i bambini, costruendo delle palline fatte con materiale di scarto, o semplicemente cantando insieme.

Ci ha lasciato un po’ dispiaciuti aver costruito un solo pollaio e una sola struttura per il lavaggio mani, ma abbiamo lavorato dove era più necessario.

Ma la nostra Etiopia è stato anche tanto altro: abbiamo avuto la grande opportunità di entrare nelle capanne dei villaggi, di girare per il mercato del paese ed essere accolti per il rito del caffè; di visitare le missioni, le scuole e gli ambulatori gestiti dalla diocesi; di partecipare alle messe domenicali in rito orientale nella chiesa di Emdibir dedicata a S. Antonio da Padova; di vedere posti meravigliosi, andare alla ricerca delle iene, arrivare ai piedi di una cascata, salire su un albero mastodontico e passare le sere ad ammirare stupendi cieli stellati; la cosa più bella è che siamo stati sempre accompagnati dai ragazzi del posto che ci facevano da guida. Con loro ovviamente non sono mancate un’avvincente partita di calcio e una serata insieme per ringraziarli della loro disponibilità.

Il nostro campo di servizio è terminato il 16 agosto, siamo tornati a casa con tanti ricordi che sicuramente non dimenticheremo, con qualche lacrima sui nostri volti e su quelli dei ragazzi di Emdibir con cui abbiamo vissuto questa bellissima esperienza, ma soprattutto con la consapevolezza di non voler smettere di essere utili.

E adesso? Non vorremmo che tutto finisse qui: stiamo organizzando un evento per condividere con tutta la comunità parrocchiale ciò che abbiamo vissuto e ringraziare tutti coloro che ci hanno permesso di realizzare questa fantastica esperienza di servizio.

Luca Forchignone

 

 

Foto di gruppo

 

Il villaggio

 

Escursione alla cascata

 

Foto post-partita

 

Preparazione bambole di stoffa

 

torna all'indice - Vita Nostra ottobre 2012 - anno 7 numero 2