Dalla Lettera Pastorale del Vescovo Antonio Mattiazzo
per l’Anno della Fede: MESSAGGIO ALLE FAMIGLIE

Carissime famiglie,

in occasione dell'Anno della fede, desidero indirizzarvi con sincero affetto un particolare messaggio.

La gratitudine con cui riconosco il vostro essere cellula fondamentale della società e della Chiesa mi deriva dal ricordo, sempre vivo, della mia famiglia d'origine e delle prime, fondamentali esperienze di vita e di fede, in cui ritrovo i tratti fondanti del mio essere uomo e sacerdote.

Per questo affermo, insieme ai miei confratelli vescovi che, «se è vero che la famiglia non è la sola agenzia educatrice, dobbiamo ribadire con chiarezza che c'è un'impronta che essa sola può dare e che rimane nel tempo», e anche che «l'educazione alla fede avviene nel contesto di un'esperienza concreta e condivisa. Il figlio vive all'interno di una rete di relazioni educanti che fin dall'inizio ne segna la personalità futura. Anche l'immagine di Dio, che egli porterà dentro di sé, sarà caratterizzata dall'esperienza religiosa vissuta nei primi anni di vita».

È per questa convinzione, sperimentata innanzitutto nella mia famiglia ma, anche, in tante altre che il Signore mi ha fatto incontrare nel mio ministero, che vedo, nel cammino di rinnovamento dell'Iniziazione cristiana avviato nella nostra Diocesi, una grande opportunità da cogliere affinché comunità ecclesiale e famiglia, ciascuna per la propria parte, assumano il compito di educare alla fede, così che le nuove generazioni continuino ad incontrare, conoscere, amare Gesù Cristo, sorgente di vita piena e di speranza.

Vorrei manifestare la mia vicinanza a quelle famiglie che soffrono per le difficoltà economiche crescenti, per i posti di lavoro persi o a rischio; o che devono sostenere il carico di situazioni di malattia o disabilità. Vi assicuro la mia preghiera e vi invito a non perdere mai la fiducia in Dio. Molte volte sono edificato dalle famiglie che incontro e dalla testimonianza di fede che mi viene comunicata, non a parole, ma con l'esempio di vita vissuta.

Proprio per il bene che ricevo, sento il dovere di fare un appello accorato alle istituzioni sociali e civili: date priorità alla famiglia che è un prezioso bene comune. Ed auspico che, da una parte, politici ed amministratori cattolici abbiano il coraggio di scelte in linea con il Vangelo e la Dottrina sociale della Chiesa e, d'altra parte, i cristiani sappiano fare discernimento e sostenere chi si impegna concretamente per il bene della famiglia.

Con questo mio messaggio voglio raggiungere, in particolare, quelle famiglie che mi è più difficile incontrare, perché spesso si sentono escluse dalla comunità ecclesiale o, addirittura, vengono tenute un po' ai margini: famiglie che, per lo più nella solitudine, vivono relazioni precarie e fragili; famiglie che portano la ferita della separazione o del divorzio; famiglie ricostituite le quali, più di tutte, faticano a ritrovare il loro posto nella Chiesa.

Carissimi, siete nel mio cuore come figli e figlie amati!

Quante volte, con i miei collaboratori dell'Ufficio diocesano per la Famiglia, mi chiedo quali siano le vie migliori per poterci incontrare, per accompagnarci a voi, ai vostri dubbi e domande, alle vostre sof­ferenze e paure, ai vostri desideri! E questo succede con alcuni di voi nel cammino diocesano di spiritualità, nelle iniziative vicariali o parrocchiali o con l'esperienza di Retrouvaille, proposta alle coppie che attraversano momenti di crisi e con cui l'Ufficio Famiglia può mettervi in contatto.

Ma, soprattutto, sollecito i parroci, i gruppi di sposi e famiglie, gli operatori pastorali ad essere attenti a cogliere il grido di aiuto che viene da questi fratelli e sorelle, e riconoscere quanto la loro presenza sia monito per tutti che «il Vangelo non è una proposta eccezionale per persone eccezionali, e la Chiesa non potrà mai diventare una setta di eletti o un gruppo chiuso di perfetti, ma sarà una comunità di salvati, peccatori perdonati, sempre in cammino dietro all'unico Maestro e Signore».

Il mio augurio è che questo cammino continui sempre, in ogni situazione di vita, e che possiate accogliere l'invito: «Ecco lo Sposo, andategli incontro» (Mt 25,6).

 

torna all'indice - Vita Nostra ottobre 2012 - anno 7 numero 3