Notizie dalle Associazioni. Amici di San Camillo
 

CHE C’ENTRA IL COMPUTER?

Correva l’anno 2005 quando “gli Amici di San Camillo” fecero presente la necessità che i soci potessero essere informati tempestivamente degli avvenimenti dell’associazione. Quale mezzo migliore se non la posta elettronica, o meglio, la “mail”? Per iniziativa di Elena, badante che seguiva un’associata, ebbero inizio degli incontri in cui Elena dava alcuni “rudimenti” sull’uso del computer. Da questa iniziativa nacque la necessità di dare forma più organica alle nozioni che venivano date.

In conseguenza di ciò, gli amici Fabio e Toni, unendo la passione alla formazione tecnica, proposero agli “Amici di San Camillo” di dar vita ad un “corso di Informatica di base” a beneficio dei soci. Per due anni il corso si è svolto presso la sede dell’Associazione, “raccattando” computer da tavolo usati e/o donati da benefattori, trovando sempre anche nuovi adepti entusiasti e appassionati a tal punto che una tastiera veniva utilizzata contemporaneamente da due o tre “scolari”.

Visto il crescente numero di richiedenti si rese necessario dividere i partecipanti in due gruppi, utilizzare un locale più ampio, facendo in modo che i corsisti utilizzassero ciascuno un proprio personal computer.

Per due anni la sede utilizzata è stata la sala Mariani. Quando iniziano i lavori per l’ascensore i gruppi si spostano in salone e vi rimangono un anno; nel frattempo il numero dei partecipanti passa da 7/8 persone a circa 30; alcuni “Amici di San Camillo” ma anche parrocchiani e non solo.

Dal 2010 i corsi si svolgono presso l’auditorium con l’utilizzo dello schermo e del video proiettore.

L’evoluzione dei corsi è passata dal semplice uso del pc all’approfondimento della video scrittura e dell’elaborazione fotografica, fino all’utilizzo di internet e della posta elettronica.

Toni e Fabio

 

… a lezione ...
 
 

 


LO ACCENDIAMO?

I tavoli sono sistemati, le sedie al loro posto, i cavi e le spine collegati, lo schermo per proiettare opportunamente calato; nella sala così preparata tutti sono pronti, qualcuno con la trepidazione che fa ricordare i primi giorni di scuola: anche quest’anno, nel patronato di San Camillo riparte il corso di computer.

Si tratta di un prezioso servizio per iniziare all’informatica tutti quelli che si sentono in questo campo analfabeti, o quasi, e desiderano essere accompagnati in questo “arcano universo” per conquistarne linguaggio e modalità operative.

Insegnanti speciali del corso, inaugurato tempo fa e continuato poi negli anni, sono Fabio Cagol e Antonio Depieri che, con pazienza e passione, mettono a disposizione il loro tempo e la loro competenza.

Incontro dopo incontro, forniscono informazioni su alcune nozioni teoriche e sulle applicazioni pratiche, illustrano le procedure operative e il loro svolgimento e non mancano di suggerire qualche dritta che fa sentire del mestiere anche un inesperto apprendista; cento, mille volte pronti a ripetere ogni spiegazione, a mostrare e a far provare ogni passaggio e a risolvere tutte le complicazioni che solo la fantasia irriverente di un principiante sa escogitare.

E così, a saperlo cogliere, viene data anche la possibilità di apprezzare, oltre alla perizia informatica, uno stile che si distingue per lo spirito di gratuità, per la capacità di stemperare con una battuta ogni difficoltà di apprendimento, per la generosa sollecitudine che sa mettere in comune risorse e materiali in un clima di cordialità e simpatia.

Una “convertita” all’informatica (Raffaella)


IL LABORATORIO DEL LUNEDÌ

Il lunedì pomeriggio in una sala del Centro Parrocchiale San Camillo un gruppo di amiche si ritrova per passare serenamente e costruttivamente un paio d’ore.

L’idea è nata alcuni anni fa da Germana Cattozzo per sostenere il bilancio dell’Associazione “Amici di San Camillo” e per dare modo a chi volesse aderire di socializzare ed esprimere la propria creatività.

Nel giro di pochi minuti ci ritroviamo travolte e sepolte da stoffe e scampoli, fettucce e nastri, scatoline e scatoloni, fili e forbici e naturalmente colla a caldo (che scottate!). Nel nostro entusiasmo ognuna si costruisce il proprio spazio di lavoro e si impegna nella confezione di molti articoli che verranno poi venduti: per l’ arredamento della casa tovaglie, strofinacci, grembiuli, portadolci, borse e borsette; per l’angolo dei bimbi (parti-colarmente sentito dalle nonne) trapuntine, accappatoi, lenzuolini e bavaglini; nel reparto oggettistica per la casa, svuotatasche, cuoricini profumati, sacchetti per lavanda, album e agendine (certo, abbiamo anche l’esperta di punto croce).

 

 

Va ricordata l’anima creativa del gruppo, che “sforna” una miriade di novità, una più simpatica dell’altra: così nascono fiocchi-nascita, orsacchiotti porta-pigiamino, contenitori porta pannolini e “casette” porta-kleenex.Naturalmente il nostro banco di prova sono le fatidiche date dei mercatini. Nei due ospedali, in parrocchia e in qualche altra manifestazione, specie nella stagione natalizia, è importante vendere più possibile. Sarà banale, ma senza soldini molte belle iniziative sono destinate a fallire.

Nel nostro gruppo, come in molti altri, la buona volontà è fondamentale: gli impegni di famiglia e di lavoro (anche se volontario) vanno calibrati con molta attenzione.

La nostra è una piccola comunità che funziona.

Fedeli al nostro nome “Allegria e fantasia” ci divertiamo e facciamo cose belle, ci rendiamo utili sostenendo una buona causa, l’amicizia prospera e  possiamo passare qualche ora in compagnia.

Cosa volere di più?

Marina Premuda

oggetti del laboratorio “Allegria e fantasia”

 

… in vendita a un mercatino


CONDIVISIONE DI UNA PICCOLA GIOIA

Da alcune settimane, noi volontarie ospedaliere seguiamo nel reparto di Pediatria una bambina, Elena (nome di fantasia) di 8 anni, che è stata colpita da una grave malattia. I genitori devono darsi quotidianamente il turno presso il capezzale della piccola, con un notevole disagio perché provenienti da Valdagno.

Il padre rimane alla notte e deve partire alle 7,30 per recarsi al lavoro; la madre deve sistemare a casa l’altra figlia per poi giungere al capezzale della piccola degente. Il tempo che intercorre tra questi due momenti è coperto dai nostri turni di volontariato.

Due giorni fa era il mio turno. Puntuale, sono arrivata per sostituire il padre della piccola, ma la bambina era particolarmente agitata, irrequieta, infastidita anche da un forte prurito provocato dall’allergia a certi farmaci.

Il padre, prima di affidarmela, ha avvertito telefonicamente la madre della situazione. Io ho fatto il possibile per calmarla e dopo un po’ tutte le “strategie” adottate sono andate in porto: pian piano Elena si è rilassata, ha fatto un’abbondante colazione mangiando di gusto e ascoltando con interesse le storielle che le leggevo.

Alle 9,20 è apparsa sulla porta la madre trafelata, in stato di apprensione, guardando con due occhi sbarrati la figlia. In un istante il suo aspetto cambiò: un sospiro di sollievo, un sorriso le distese i lineamenti prima tirati. Avvertì la serenità della figlia e le chiese in modo tranquillo: ”Come stai?”.

La bimba rispose con sicurezza: ”Bene!”. Dopo il caldo abbraccio tra madre e figlia, la signora si rivolse a me con gratitudine: quasi abbracciava anche me!

Ci salutammo con tanta cordialità e questa scenetta mattutina, di cui sono stata protagonista, ha rallegrato tutta la mia giornata.

Loretta Cremonini

 

torna all'indice - Vita Nostra marzo 2013 - anno 8 numero 1