Hanno Scritto. Papa Francesco

Questa rubrica di ”Vita Nostra” finora ha ospitato testi di varie persone celebri del passato e del presente. Ci sembra giusto presentare oggi alcuni testi di papa Francesco, che in ogni suo discorso e/o intervento ci stupisce per la chiarezza con cui riesce a parlare a tutti e per la concretezza delle sue parole che si basano su due elementi: il costante richiamo alla Fede e il valore della tradizione della Chiesa. ( a cura di Giuseppe Iori)

 

Discorso agli Ambasciatori delle nazioni che hanno rapporti diplomatici con la Santa Sede

Il bene di ogni uomo su questa terra è l’intendimento con cui il Vescovo di Roma inizia il suo ministero. Come sapete, ci sono vari motivi per cui ho scelto il mio nome di pontefice pensando a Francesco di Assisi, una personalità che è ben nota al di là dei confini dell’Italia e dell’Europa, anche tra coloro che non professano la fede cattolica. Uno dei primi è l’amore che Francesco aveva per i poveri. Quanti poveri ci sono ancora nel mondo! E quanta sofferenza incontrano queste persone! Sull’esempio di Francesco d’Assisi la Chiesa ha cercato e cerca di avere cura, di custodire, in ogni angolo della Terra, chi soffre per l’indigenza e penso che in molti dei vostri Paesi possiate constatare la generosa opera di quei cristiani che si adoperano per aiutare i malati, gli orfani,  i senzatetto e tutti coloro che sono emarginati e che così lavorano per edificare società più umane e più giuste.

Ma c’è anche un’altra povertà! È la povertà spirituale dei nostri giorni, che riguarda gravemente anche i Paesi considerati più ricchi. È quanto il mio Predecessore, il caro e venerato Benedetto XVI, chiama la “dittatura del relativismo”, che lascia ognuno come misura di se stesso e mette in pericolo la convivenza tra gli uomini. E così giungo ad una seconda ragione del mio nome. Francesco d’Assisi ci dice: lavorate per edificare la pace! Ma non vi è vera pace senza verità! Non vi può essere vera pace se ciascuno è la misura di se stesso, se ciascuno può rivendicare sempre e solo il proprio diritto, senza curarsi allo stesso tempo del bene degli altri, di tutti, a partire dalla natura che accomuna ogni essere umano su questa terra.

Omelia della Quarta Domenica del Tempo di Pasqua

Il Vangelo di oggi, ricavato da un passo di San Giovanni, è caratterizzato dal Buon Pastore. Gesù si esprime con queste parole: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute; il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre mio, perché io e il Padre siamo una cosa sola”. Non per niente Gesù dice, riferendosi alle sue pecore: “Il Padre mio che me le ha date …”.

Questo è molto importante, è un mistero profondo, non facile da comprendere: se io mi sento attratto da Gesù, se la sua voce riscalda il mio cuore, è grazie a Dio Padre, che ha messo dentro di me il desiderio dell’amore, della verità, della vita, della bellezza … A volte Gesù ci chiama, ci invita a seguirlo, ma forse succede che non ci rendiamo conto che è Lui … Ci sono molti giovani qui oggi; ecco io vorrei chiedervi: “Qualche volta avete sentito la voce del Signore che attraverso un desiderio, un’inquietudine vi invitava a seguirlo più da vicino? L’avete sentito? Avete avuto voglia di essere apostoli di Gesù?”. La giovinezza bisogna metterla in gioco per i grandi ideali. Le vocazioni nascono dalla preghiera e solo nella preghiera possono perseverare e portare frutto. È Cristo che guida la Chiesa per mezzo del suo Spirito: lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa con la sua forza vivificante e unificante. Non cediamo mai al pessimismo, a quell’ama-rezza che il diavolo ci offre ogni giorno, non cediamo al pessimismo e allo scoraggiamento: abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione per portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra. Cari Fratelli, forza! La metà di noi siamo in età avanzata: la vecchiaia è la sede della sapienza della vita.

Proprio quella sapienza ha fatto loro riconoscere Gesù. Doniamo questa sapienza ai giovani, come il buon vino, che con gli anni diventa più buono, doniamo ai giovani la sapienza della vita, perché un giorno anche essi possano cogliere in profondità tutta la bellezza della realtà ecclesiale, che è un riverbero del fulgore del Cristo Risorto: un giorno guarderemo quel volto bellissimo del Cristo Risorto!Alla potente intercessione di Maria, nostra Madre, Madre della Chiesa, affido il mio e il vostro ministero. Sotto il suo sguardo materno, ciascuno di noi possa camminare lieto e docile alla voce del suo Figlio divino, rafforzando l’unità, perseverando concordemente nella preghiera e testimoniando la genuina fede nella presenza continua del Signore!

Cari fratelli, la parola della Croce è infine la risposta dei cristiani al male che continua ad agire in noi e intorno a noi. I cristiani devono rispondere al male con il bene, prendendo con sé la Croce come Gesù. Allora continuiamo questa Via Crucis nella vita di tutti i giorni. Camminiamo insieme sulla via della Croce, camminiamo portando nel cuore questa Parola di amore e di perdono. Camminiamo aspettando la Risurrezione di Cristo, che ci ama tanto.

Desidero concludere il mio intervento formulando a tutti voi i miei ringraziamenti e incoraggiandovi nel vostro prezioso lavoro. Il Signore Gesù, Verbo di Dio incarnato e divino Maestro che ha aperto la mente e il cuore dei suoi discepoli all’intelligenza delle Scritture, guidi e sostenga sempre la vostra attività.

La Vergine Maria, modello di docilità e ubbidienza alla Parola di Dio, vi insegni ad accogliere pienamente la ricchezza inesauribile della Sacra Scrittura non soltanto attraverso la ricerca intellettuale, ma nella preghiera e in tutta la vostra vita di credenti, soprattutto in quest’Anno della Fede, affinché il vostro lavoro contribuisca a far risplendere la verità delle Sacre Scritture nel cuore dei fedeli con la luce feconda dello Spirito Santo.

 

 Inaugurazione del ministero petrino di papa Francesco, 19 marzo 2013

 

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