CASA DI ACCOGLIENZA “SAN CAMILLO: 15 ANNI!

Il 15 novembre 1998 veniva inaugurata la Casa di Accoglienza di San Camillo, uno dei “luoghi” più significativi della comunità parrocchiale.

Ne torniamo a parlare in occasione dei quindici anni di attività di questa istituzione; lo facciamo anche per ricordare le finalità che hanno spinto padre Roberto a promuovere quest’opera, in particolare ai nuovi amici che in questi ultimi anni hanno cominciato a frequentare la nostra parrocchia.

È stata la realizzazione di un sogno, a lungo coltivato dal nostro parroco e reso possibile, dopo tre anni dalla iniziale progettazione, per la condivisione e l’aiuto economico della nostra comunità e con il determinante contributo dell’Associazione “Padova Ospitale” e della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Nello spirito del carisma camilliano di servizio al malato e alla persona sofferente, la Casa si propone di offrire un alloggio ai famigliari dei malati ricoverati presso le strutture ospedaliere di Padova che, per condizioni economiche disagiate o per la lunga durata dell’ospedalizzazione del congiunto, non possono sostenere la spesa di una sistemazione in strutture alberghiere tradizionali.

In questi ultimi tempi la Casa si è aperta anche all’accoglienza dei pazienti stessi, nei casi in cui le terapie in regime di day hospital, cui devono essere sottoposti, siano ripetute in tempi così ravvicinati da non consentire di volta in volta il ritorno alle loro lontane abitazioni (Sud e Isole).

Per chi non avesse avuto modo di visitare gli ambienti della Casa, ricordiamo, in breve, come è strutturata. Gli ospiti sono accolti in due edifici: una piccola dependance, di più recente acquisizione, che per la disposizione degli ambienti si adatta ad ospitare nuclei famigliari, ed una struttura principale, la storica Casa di Accoglienza. Questa è costituita da due piani: il superiore, con nove camere a due letti, provviste di servizio igienico e doccia, l’inferiore, per il ricevimento degli ospiti e per i locali di uso comune che comprendono il soggiorno, la cucina e la lavanderia.

Durante quest’ultimo anno, ha trovato compimento la realizzazione di un nuovo ambiente sul tetto del porticato che guarda il campo sportivo del patronato, con l’apertura in sicurezza di una porta-finestra, il rifacimento del pavimento e la costruzione di un poggiolo di sicurezza in muratura. Ciò ha consentito, tra l’altro, di ampliare il locale lavanderia/stireria per venire incontro alle necessità sempre più frequenti di quegli ospiti che devono soggiornare per periodi prolungati. Per lo stesso motivo, oltre a quelli per l’uso comune, gestiti dai volontari, si sta provvedendo all’acquisto di altri elettrodomestici (lavatrice ed asciugatrice) per le esigenze personali degli ospiti.

La conduzione della Casa, come è noto, è a cura di volontari che attendono alla prenotazione, registrazione, accoglienza e sistemazione degli ospiti. A questi sono richiesti un documento valido d’identità, una certificazione comprovante il ricovero dell’assistito presso la struttura sanitaria ed un contributo per venire incontro alle spese di gestione. In casi particolari, sempre più frequenti per l’attuale situazione economica, il soggiorno è completamente gratuito e, talvolta, anche supportato con generi alimentari.

Secondo turni e ruoli stabiliti, ma in totale condivisione, i volontari si occupano giornalmente della pulizia degli ambienti comuni e, a scadenze regolari, di tenere aggiornato l’inventario dei beni e dei materiale d’uso corrente e degli approvvigionamenti; secondo le competenze, per lo più acquisite con il “fai da te” domestico, provvedono anche alla riparazione di quei piccoli e continui danneggiamenti che si verificano con l’uso quotidiano mentre, per i malfunzionamenti più rilevanti e per la regolare manutenzione degli impianti, la casa si avvale di selezionati operatori esterni. 

A questo proposito è in corso di attuazione il rifacimento di alcuni impianti (quello elettrico in particolare) resosi necessario per migliorarne l’efficienza e per un doveroso adeguamento alle norme di sicurezza vigenti; è anche in programma la sostituzione di alcuni arredi, logorati dal tempo e dall’uso.

Abbiamo accennato al lavoro dei volontari e allo spirito di servizio che li anima; vorremmo qui sottolineare un aspetto, molto pratico ma che sembra non considerato a sufficienza.

Dopo quindici anni, e la maggior parte dei volontari è in attività fin dalla prima ora, le disponibilità offerte in passato hanno dovuto confrontarsi con sopravvenuti impegni e imprevisti e, ahimè, anche con gli inevitabili “acciacchi” che hanno indebolito le forze di un tempo. Alcuni volontari sono nel frattempo diventati nonni e sono chiamati a dividere il loro impegno conciliandolo con ulteriori, insostituibili incombenze famigliari. Di altri volontari, che ora non sono più tra noi, conserviamo vivo il ricordo e l’esempio.

Attualmente gli “addetti ai lavori” sono diciassette e lo spirito di servizio che li tiene uniti comincia ad essere umanamente non sufficiente a garantire quella sollecitudine efficace e gioiosa che ha sempre caratterizzato la vita della Casa.

Si fa, pertanto, ora pressante la necessità che i volontari “storici” siano affiancati da forze nuove, che contribuiscano a mantenere viva e operosa e con rinnovato spirito di servizio la Casa di Accoglienza di San Camillo, privilegiato “luogo” di Carità della nostra parrocchia.

Francesco Pietrogrande

 

 

 

 

 

 

 

 

torna all'indice - Vita Nostra ottobre 2013 - anno 8 numero 3