Associazione Amici di San Camillo
GIORNATA DEL MALATO
 

Il messaggio del Papa: “La sapienza del cuore”

Venerdì 6 febbraio, nella sala auditorium della parrocchia, si è svolto un proficuo incontro organizzato dagli “Amici di San Camillo” in preparazione alla XXIII Giornata mondiale del Malato.

Erano presenti una trentina di persone che hanno avuto modo di ascoltare, riflettere e discutere il testo del messaggio di Papa Francesco per l’occasione della Giornata mondiale.

Nel presentare il messaggio, il relatore (il padre camilliano G. Lechthaler) ha evidenziato alcuni passaggi, per approfondirne il contenuto.

Il messaggio del Papa s’intitola: “La sapienza del cuore”: del cuore, più che sapienza del cervello, del ragionamento intellettuale. E sintesi di questa particolare sapienza “cardiaca” è aiutare e servire il prossimo bisognoso, diventare “gli occhi per il cieco e i piedi per lo zoppo”. Cosa non sempre facile, specie quando non si tratta di un aiuto saltuario, occasionale, ma di qualcosa che si prolunga nel tempo e che rischia di fiaccare le forze anche dei più volonterosi.

Tanto più che aiutare gli altri non è qualcosa di spontaneo, di immediato. Sono molti i fattori che intervengono nella decisione di prestare aiuto a chi è in difficoltà, oppure di “andare oltre”.  queste persone.

Durante la discussione, qualcuno dei partecipanti ha affermato, ad esempio, che vi sono dei poveri, che, per il loro carattere o situazione particolare, diventano difficili da accontentare e antipatici. Questo potrebbe essere uno dei tanti motivi che ci condizionano (spesso senza esserne consapevoli) a decidere di aiutare oppure no.

L’altruismo, la generosità non sono sempre atteggiamenti spontanei: ma si possono sempre imparare, a qualsiasi età. E ci si accorge che il bene che si fa agli altri si riversa anche su chi lo compie. A questo proposito dal gruppo sono emerse alcune testimonianze significative di volontari che hanno constatato quanto bene si riceve...a fare del bene.

Un’espressione del messaggio, che è stata sottolineata dal relatore, afferma che coloro che si prendono cura dei bisognosi (specialmente quando costa fatica, quando nessuno ti vede o ti aiuta, quando si sente il peso di questa azione generosa) sono uno speciale sostegno alla missione della Chiesa. E questo perché si entra a far parte di quella chiesa “silenziosa”, ma saggia e sapiente, che segue l’esempio dell’umile Gesù che si china sulle piaghe umane senza far pesare la sua presenza e il suo aiuto; e perché si fa parte di quella chiesa, che pur nel nascondimento e in forma appartata (rispetto ai bagliori fatui della cronaca) opera il bene, certa che il “Padre vede nel segreto e conosce i tuoi pensieri”.

È una chiesa umile, ma non dimessa, generosa anche con i nemici, ma non imprudente; è una chiesa che non appare molto, ma che si alza forte contro il male, l’indifferenza e l’odio. Un esempio è quello di santa Teresa del Bambino Gesù, che nel nascosto suo convento ha esortato con lettere piene di fede i lontani missionari che le erano stati affidati “spiritualmente”: è stata proclamata per questo patrona delle missioni, proprio lei che non è quasi mai uscita dal suo convento.

Dopo aver presentato altri punti importanti del messaggio del Papa (sarebbe utile, ad esempio, un cenno sul valore speciale del tempo speso per aiutare gli altri), il relatore ha concluso presentando due piccole esperienze di malati, i quali sono stati aiutati ad uscire dalla loro situazione pericolosa di sofferenza e di depressione, e poi hanno saputo far emergere, dalla loro stessa difficile esperienza, un tesoro fatto di emozioni e di propositi toccanti e coinvolgenti. Insomma: aiutare fa bene e ci fa bene.

qui sopra e sotto: immagini del mercatino


Mercatino in parrocchia

Sarà stata la festività del carnevale, sarà stato il profumo delle frittelle e dei galani, sarà stata la grande partecipazione (W padre Paolo), saranno stati i cartelli di richiamo e l’invito a entrare di padre Renzo, certo è che il mercatino che si è svolto nei giorni 7 e 8 febbraio in parrocchia, nell’ambito della celebrazione della giornata del malato, è stato un grande successo.

Forse il merito va anche a noi collaboratrici del laboratorio “Allegria e fantasia” che siamo state … brave!

Con orgoglio guardiamo il nostro armadio semivuoto e con apprensione vediamo avvicinarsi la data della prossima vendita (Ospedale S. Antonio a fine marzo). L’entusiasmo è comunque rafforzato dai buoni risultati.

Augurateci buon lavoro.

Vi aspettiamo sempre così numerosi.


In ricordo di Antonietta Gui

Salutare una persona come Antonietta Gui da queste colonne di Vita Nostra è per l'Associazione Amici di San Camillo un momento di orgoglio ed emozione.

Sotto la sua presidenza il 30 giugno 1998 furono sottoscritti l'Atto Costitutivo e lo Statuto dell'Associazione che definivano le modalità ed i principi ai quali la stessa si ispirava. Passare da un gruppo di volontariato costituitosi nel 1992 ad una associazione, organizzata successivamente in ONLUS, fu un grande salto, un coraggioso salto ed Antonietta coinvolse con tutto il suo slancio ed entusiasmo amici e conoscenti della parrocchia e non.

Furono messe ben a fuoco le finalità essenziali del servizio: "prendersi cura dei malati privi di assistenza, dei parenti di malati indigenti, degli anziani soli, delle persone in difficoltà, allestire per quanto possibile una o più case di accoglienza" ponendo alla base di tutto ciò la spiritualità,  secondo l'insegnamento di S. Camillo de Lellis.

Ben coadiuvata dai volontari e dalla brava segretaria Teresina Finco, Antonietta si occupò dell’Associazione a 360 gradi collaborando attivamente con i Padri Camilliani, instaurando rapporti con le Istituzioni, con l'Ospedale, con le altre Organizzazioni di Volontariato e dando vita ai primi corsi di formazione, informazione e spiritualità, proposti ai soci ed aperti a tutti. Merita di essere qui ricordata anche la sua inziativa di dar vita ad un accordo con la Croce Rossa per ottenere la fornitura di viveri da destinare a persone indigenti.

Inoltre sotto la sua gestione  è stato costituito il gruppo del "Mercatino", successivamente denominato "Fantasia e Allegria", che ha consentito ad alcune generose volontarie di dedicarsi attivamente alla creazione di articoli fatti a mano, la cui vendita, nei vari mercatini di volontariato e all'Ospedale, ha rappresentato poi nel tempo una importante continuativa fonte di autofinanziamento per la nostra Associazione.

E, nel segno dell'eredità di donazione che Antonietta ci ha lasciato, noi abbiamo proseguito la sua opera con entusiasmo e partecipazione.

Perciò vogliamo concludere dicendo grazie ad Antonietta, perché in fondo il primo seme, di tutto quello che l'Associazione ha poi realizzato negli anni, l'ha piantato lei, che ha sempre avuto intuizioni essenziali e pragmatismo nel realizzare le iniziative.

Ciao Antonietta, un forte abbraccio da tutti noi che ti abbiamo voluto bene e non ti dimenticheremo mai. Ti ricorderemo sempre nelle nostre preghiere!

   Iginio Marcuzzi e Gabriele Pernigo

 
 

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