In questo numero di Vita Nostra abbiamo inserito un ampio speciale dedicato al tema dell’accoglienza dei profughi. Lo trattiamo con diversi contenuti, che vi invitiamo a leggere.                                                                                                           

la redazione

Lettera del consiglio pastorale parrocchiale
SAN CAMILLO COMUNITA’ ACCOGLIENTE

Carissimi,

           come persone civili, come credenti e come comunità parrocchiale di San Camillo non possiamo non sentirci chiamati a fare qualcosa di fronte alle moltissime persone che in questi mesi stanno fuggendo da situazioni insopportabili di guerra o di discriminazione religiosa o sociale, chiedendo asilo.

In particolare ci sentiamo interpellati in prima persona dalla richiesta che Papa Francesco ha fatto a tutte le parrocchie in Europa di farsi carico dell’effettiva accoglienza di una famiglia o un piccolo gruppo di profughi.

Nell’ultima riunione del consiglio pastorale parrocchiale se ne è parlato a lungo, in modo vivace, ripensando alla storia della nostra parrocchia, alle paure e ai timori che hanno accompagnato, ad esempio, l’avvio della casa di accoglienza e l’organizzazione dei pranzi domenicali a supporto delle cucine popolari, ma anche alla grande disponibilità al servizio ed al grande coinvolgimento di volontari che queste iniziative hanno saputo attivare.

Pensiamo che sia importante che tutte le persone della nostra comunità parrocchiale contribuiscano a far crescere un’atmosfera di rispetto e accoglienza per queste persone che hanno lasciato tutto nella speranza di un futuro dignitoso, e si sentano impegnate a dare loro una mano, ognuno come può.

Per rispondere all’appello di papa Francesco servono tre elementi chiave: un appartamento in grado di ospitare quattro o cinque persone, una rete di volontari che siano disponibili ad accompagnare nel quotidiano i profughi che vi verranno accolti, ed il coordinamento stretto con la Caritas diocesana.

Questo terzo elemento è già acquisito: possiamo contare sull’esperienza, positiva, di altre parrocchie, e il canale di coordinamento è già attivo. Restano gli altri due: appartamento e volontari.

Il consiglio pastorale rivolge quindi un appello a chi avesse un appartamento non occupato in quartiere a considerare la possibilità di affittarlo alla parrocchia con questa finalità, con la garanzia che la parrocchia si farà carico di vigilare sul buon utilizzo dei locali e sulla restituzione dello stesso al termine del periodo di affitto concordato.

Il secondo appello è rivolto a tutti: abbiamo bisogno di creare una rete di volontari per accompagnare, nel limite delle disponibilità di ciascuno, l’accoglienza dei profughi che la Caritas ci invierà.

Ci troveremo per un primo incontro MERCOLEDÌ 21 OTTOBRE alle ore 21 in Patronato, per capire assieme di cosa c’è bisogno, e come incrociare tali bisogni con le nostre (anche limitate) disponibilità e competenze.

Riprendendo le parole di Nelson Mandela, è importante che le nostre scelte riflettano le nostre speranze, non le nostre paure. Per questo vi preghiamo di esserci anche voi Mercoledì 21 ottobre, e di condividere in prima persona questo importante passaggio della nostra comunità.

Padova, 9 ottobre 2015

il consiglio pastorale di San Camillo, con padre Roberto, padre Renzo e padre Paolo

 

Papa Francesco a Lampedusa.

© LaPresse/AP/Alessandra Tarantino

Lettera del consiglio pastorale parrocchiale
L’INCONTRO CON DON MARCO CAGOL

Carissimi,

   prima di tutto volevo ringraziare, anche a nome del Consiglio Pastorale e di padre Roberto, le numerose persone che ieri sera (ndr: mercoledì 21 ottobre) hanno partecipato alla riunione (eravamo una cinquantina!), e quelle che, pur non potendo venire, hanno espresso disponibilità a sostenere questa iniziativa.

Penso sia utile riassumere cosa è emerso dalla riunione, nella quale don Marco Cagol, a nome della Caritas Padovana, ci ha aiutati a:

1. inquadrare il problema con terminologia e dati corretti.

Si parla per la provincia di Padova di 1500 richiedenti protezione internazionale (su una provincia che ha circa 800.000 abitanti), presi in carico dalla prefettura che ne gestisce gli arrivi, lo smistamento nel territorio e la copertura economica (i 32,5 euro al giorno, che sono dati alla cooperativa che si prende carico di vitto/alloggio/vestiario ecc., e i 2,5 euro al giorno che sono dati alla persona come "argent de poche"). In particolare, si parla di persone, per lo più ragazzi dai 18 ai 25 anni, che non hanno creato finora nessun problema "di ordine pubblico", perché il loro obiettivo è ottenere (in un tempo che varia dai 6 mesi all'anno e mezzo) il riconoscimento di "titolare di protezione internazionale".

Campo di profughi sudanesi accolti in Ciad.

© Caritas Internationalis


2. comprendere le linee di azione della Diocesi:

  • coinvolgere in primis i Consigli Pastorali Parrocchiali

  • puntare ad azioni capillari di informazione e formazione

  • farsi carico anche nella preghiera delle situazioni di sofferenza dei migranti

  • promuovere iniziative di contatto con i profughi già presenti nel territorio

  • promuovere un modello di accoglienza diffusa (accoglienza di gruppetti da 3 a 6 persone) in contesti accoglienti: utilizzare spazi parrocchiali inutilizzati o facendosi, come parrocchia, garanti presso un privato di un contratto di affitto con una cooperativa individuata come ente gestore dell'accoglienza tra quelle che hanno aderito alle linee guida della diocesi, e accompagnare le persone ospitate con una rete di volontari.

Nel corso della serata sono emerse alcune criticità che meritano di essere approfondite (l'effettiva possibilità di individuare un appartamento in affitto in quartiere, come individuare la cooperativa, se utilizzare o meno una stanza della casa di accoglienza...); ma si è condivisa l'importanza di coinvolgere da subito tutte le realtà parrocchiali (i gruppi giovanili, il coro, il patronato, ecc.) nel creare occasioni perché ai profughi, che sono già accolti in strutture cittadine, possa essere data occasione di inserirsi in una rete  di relazioni che permetta loro di imparare l'italiano, di essere coinvolti in attività di volontariato, eccetera.

Vi giro il documento appena redatto dai vescovi italiani “Indicazioni alle diocesi italiane circa l'accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiatiSul sito della diocesi dovrebbe comparire a breve anche il documento con le linee guida diocesane che ci sono state presentate da don Marco (ndr: il documento integrale lo trovate sul sito www.caritaspadova.it; in questo speciale ne trovate un ampio estratto)

A presto risentirci.

Padova, 22 ottobre 2015

   Tino Cortesi

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