LETTERA NATALIZIA

Carissimi parrocchiani e amici, chiediamo pian piano permesso a casa vostra. Lo facciamo con le righe di questa lettera natalizia, per un saluto, per un ricordo reciproco, per darvi alcune informazioni sulla vita della nostra comunità cristiana di S. Camillo... e infine per porgervi i più sinceri auguri di buon Natale e buon Anno.

Per vivere “nello spirito di Cristo” la grande festività del Natale di quest’anno, ci sembra affascinante lasciarci accompagnare dal solenne inizio della “Gaudium et Spes”, che parla della presenza della Chiesa nel mondo contemporaneo. È uno dei grandi documenti del Concilio Vaticano II, lo rileggiamo a cinquant’anni dalla sua chiusura (1962-1965).

Così inizia il documento: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.” (GS 1).

La vita di una comunità cristiana, che accompagna le vicende di ogni uomo e di ogni donna, ha inizio dall’incontro con Dio che si è fatto “carne”, uno come noi. Lui è il primo a desiderare di condividere tutte le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini. Non c’è più distanza tra Dio e l’uomo: è stata superata da Dio stesso. Questo è il dono fondamentale del Natale: Gesù è il Salvatore di tutti, in ogni luogo e in ogni tempo della storia, e desidera portare con sé e su di sé le gioie e le fatiche dell’umanità, anche quelle di questo tempo così complesso.

Così desidera fare anche la Chiesa che continua la missione del Figlio di Dio.

Spesso cerchiamo segni evidenti di Dio; il Natale invece ci consegna il dono più grande che è anche il più semplice e prezioso: Lui è venuto come il più povero tra i poveri. Non ci chiede di evadere dalla realtà, ma di accoglierlo nella sua ordinarietà. Non ha  fatto  il  rivoluzionario  con  la violenza, ma ci ha rivelato un Padre che ci chiede di essere fratelli tra di noi, di vivere con gioia la condizione filiale e di imparare da suo Figlio ad amare, ad aver fiducia e ad affidarci alle sue mani: “Il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l'intelligenza per conoscere il vero Dio”.

 

 

 

Venendo a vivere con noi ha aperto una strada per riconoscerlo... non tanto nei ragionamenti quanto nella quotidianità dei gesti d’amore che sono offerti alla storia (dai sacramenti all’amore fraterno...). Ci ha insegnato la fiducia nel Padre che restituisce la gioia di essere figli! Il centro del Natale è la rivelazione del segreto più bello di Dio: com’è bello poter vivere da figli del Padre, quale gioia poter vivere in una relazione con Lui e con tutti gli uomini come fratelli!

Nell’ottica tanto consumistica di una festa che rischia di banalizzare auguri e condivisione di doni, non dimentichiamoci del “festeggiato”, del “dono” più grande che è Gesù. È da uno sguardo puro e profondo nei confronti di questo bambino che potranno nascere scelte di solidarietà e di prossimità: tutti insieme in cammino, portando gli uni i pesi degli altri, condividendo gli uni i pesi degli altri.

Viviamo tempi difficili, è vero. Ci pare di trovarci in un tunnel oscuro che non finisce mai. C’è il pericolo che ci lasciamo incattivire da questa situazione, che ci lasciamo afferrare da logiche di forza e di sopraffazione. La festa del Natale cristiano ci mette davanti a un Dio che viene a noi nella fragilità e nella debolezza di un Bambino, per amore. Ci invita a guardarci attorno per scorgere persone che attendono da noi una mano, un sostegno, un incoraggiamento. Ci indica la strada della compassione e della misericordia, ci sottrae all’individualismo e all’egoismo, unendoci ad altri cristiani e uomini di buona volontà che, proprio come noi, avvertono il desiderio di un modo nuovo di vivere.

Quello di quest’anno potrebbe essere un Natale diverso, più autentico, più vero. Molto probabilmente questo tempo di crisi (economica ma non solo) può essere, per assurdo, un’occasione: ci sta chiedendo di convertire i rapporti tra di noi e con le cose, dando giusto valore alle relazioni umane e camminando nelle scelte più sobrie e solidali. È la "misura nuova" delle cose, ce lo insegna il Dio bambino. Forse, potremo così ritrovare felicità e senso della vita.

Con queste semplici riflessioni, rivolgiamo a tutti voi i nostri auguri, con un ricordo particolare a chi sta soffrendo e vivendo momenti di crisi e di difficoltà. Le tristezze e le angosce di ciascuno sono anche le nostre, come pure le gioie e le speranze.

È con questi sentimenti che vi auguriamo:  

BUON NATALE!

I vostri sacerdoti

P. Roberto, P. Renzo, P. Paolo e don Siro, assieme al consiglio pastorale parrocchiale

 

Immagini del presepio nella nostra chiesa, lo scorso anno


Presepio 2014

 

Presepio 2014

 

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