IL PRODIGIO DELLA MISERICORDIA

I bambini hanno paura del buio, i grandi invece hanno paura della luce. Così ho trovato scritto in una rivista, ma vorrei che non fosse così per nessuno. Pasqua è la festa della luce. Cristo è la luce che riscalda e illumina. Egli non solo ce la dona, ma ci rende anche degli "illuminati". È così che venivano chiamati i primi cristiani, e oggi, dobbiamo convincerci, è questo il modo nuovo con cui dobbiamo presentarci al mondo aggredito dalle tenebre.

Lo sappiamo, Cristo, il Risorto, ha vinto la morte ed è risuscitato, segnato dalle ferite della Passione. Alla Pasqua ci si prepara, ma per viverla. E viverla, appunto, è essere e sentirsi figli della luce: donne e uomini capaci di speranza, di gioia, di sogni... È vivere da risuscitati, insomma. Per riuscirci, dobbiamo sempre più spesso far risuonare nel cuore le parole di Gesù: "Non temete, ci sono io".

Pasqua è fare il passaggio da tutto ciò che sa di sconfitta e di morte a ciò che è vita e vitalità. È lasciare alle spalle le paure, gli egoismi, i rancori, i risentimenti che ci appesantiscono e ci rendono tristi, per camminare con passo leggero e al ritmo dell’alleluia verso ciò che vale, è grande, è bello, è gioia. Qualche volta sembra che, più che paura della morte, abbiamo timore di essere persone nuove: perché esserlo significa dover cambiare stile di vita, atteggiamenti, anzi di più, vivere la fede così come vuole Gesù e non zavorrata da nostalgie, abitudini, paure inutili, devozioni che appesantiscono.

Don Alessandro Pronzato, in un suo scritto, invita i cristiani a far risuscitare Cristo, a farlo uscire dal sepolcro, ad aiutarlo a togliere la pietra che chiude il sepolcro, a farlo uscire dai luoghi in cui lo abbiamo rinchiuso per permettergli di andare dove Lui preferisce, nei luoghi dove c’è la carne sanguinante di chi gli rassomiglia. Pasqua è meravigliarci di Dio che è diverso da quello che pensiamo e vogliamo.

Dio è misericordia e perdono. "Dio perdona tante cose, per un'opera di misericordia!". "Dio ha operato in voi il prodigio della misericordia.". Lucia Mondella, una giovane popolana indifesa e Federigo Borromeo, un cardinale molto amato dalla gente, furono scelti da Alessandro Manzoni per dire il messaggio più alto del Vangelo all'Innominato, l'uomo più pericoloso del romanzo "I promessi dposi". L'Anno Santo sembra voler dire a tutto il mondo che il prodigio della misericordia è sempre attuale: oggi più che mai, in un tempo in cui il feroce Innominato assume molte facce che i mass media ci svelano in continuazione.

Di fronte a tutto ciò ci chiediamo: “A cosa serve parlare di misericordia? Perché passare attraverso la Porta Santa?”. Papa Francesco non vuole limitarsi a denunciare i mali della società; vuole coraggiosamente rilanciare “la gioia del Vangelo”, annunciando a tutti che la misericordia, cuore del Vangelo, è sempre possibile. Con lui anche noi chiediamo alle donne e agli uomini battezzati, a tutti gli uomini di buona volontà, ma specialmente alla gente più umile e povera delle nostre famiglie, di fare una nuova esperienza dell’amore misericordioso di Dio e di testimoniarlo con coraggio. Cristo è “l’incarnazione definitiva della misericordia, un segno vivente”, come ebbe a dire S. Giovanni Paolo II.

 

 

 

Questa misericordia va rimessa al centro dei rapporti umani, dei rapporti sociali, di quelli economici... Pensate come sarebbe bello il mondo se il valore vero, condiviso, fosse la misericordia! La parola “misericordioso” significa letteralmente “dare il cuore ai miseri” (miseris - cor - dare). Quando Gesù ci dice di essere misericordiosi come il Padre dei cieli, che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (Mt 5,45), ci chiede appunto di essere buoni e comprensivi di cuore verso coloro che non lo meriterebbero. Certamente, Gesù non ci propone una misericordia "buonista", perché in Lui misericordia, verità e giustizia convergono.

Siamo chiamati a entrare nel mistero di un Dio che crea per amore e per amore si mette sempre dalla parte delle creature, un Dio pronto a perdonare, a redimere. “L’amore di Dio è la ragione fondamentale di tutto il creato. Ogni creatura è oggetto della tenerezza del Padre che le assegna un posto nel mondo” (Laudato Sii, 77).

Gesù, volto della misericordia del Padre, ci rivela il nostro posto unico nella Chiesa e nel mondo, dandoci la grazia del perdono, per occuparlo con pentimento e responsabilità. Siamo protagonisti, non spettatori, di un “cambiamento d’epoca” in cui il cristianesimo ha la grande sfida da vincere, dicendo, con le parole e le opere, che “la misericordia è un prodigio sempre possibile”.

Ci domandiamo anche: “Le porte sante della terra, le Porte Sante del Signore, quali sono?”. Non ha nessun senso passare per la Porta Santa della Cattedrale e non passare per la Porta Santa di un povero, di un malato, di un carcerato, non far varcare la porta di casa tua a uno che ha fame, la porta del cuore a uno che è solo. Non ha senso chiedere misericordia a Dio e non offrirla al tuo vicino. Se il Giubileo non tocca la vita, non è Giubileo. Può essere perfino ipocrisia, falsa religione contro cui i profeti hanno detto parole di fuoco.

Il Giubileo sarà Santo se scriveremo la nostra pagina, la nostra riga, il nostro frammento di un racconto d’amore con le nostre mani. Siamo perciò invitati a riscoprire le opere di misericordia corporali e spirituali. "L’amore, d'altronde, non potrebbe mai essere una parola astratta. Per sua stessa natura è vita concreta: intenzioni, atteggiamenti, comportamenti che si verificano nell'agire quotidiano" (Misericordiae vultus, Bolla di indizione del Giubileo). Per questo è necessaria la conversione del cuore. È un pellegrinaggio deciso nel segreto della coscienza e consiste nell'accogliere la grazia che invita alla conversione del cuore e della vita.

Il cammino penitenziale della vita cristiana ha come vertice il Sacramento della Riconciliazione. È il momento sacramentale. Il cammino penitenziale non resta chiuso in se stesso, si apre all'incontro con Cristo Risorto nel Sacramento del perdono. Cristo infatti, mediante il dono dello Spirito Santo, purifica il cuore e rinnova la vita nell'amore e nella misericordia.

Il Giubileo è indubbiamente un dono di grazia per ciascuno di noi e per la nostra comunità parrocchiale; nel medesimo tempo, offre a ciascuno e alla comunità stessa un efficace stimolo al rinnovamento nella carità e nella misericordia.

Lasciamoci restaurare dalla misericordia di Dio! Buona e Santa Pasqua a tutti.

Padre Roberto e sacerdoti collaboratori

 

IV stazione della Via Crucis - Gesù incontra sua Madre(mosaico di Elena Mazzari)

IV stazione della Via Crucis -

Gesù incontra sua Madre

(mosaico di Elena Mazzari)

 

Porta della cappella del Carcere di Padova

 

Domenica 27 dicembre: il vescovo Claudio si accosta alla Porta della cappella del Carcere di Padova, una delle cinque Porte della misericordia della nostra diocesi (sulla quale c’è la riproduzione della Porta santa di San Pietro realizzata dal fotografo Giorgio Deganello)

(immagine da “La Difesa del Popolo”)

 

 

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