Bepi Iori e LA COMUNITA’ DI SAN CAMILLO

Bepi Iori ci ha lasciato. Ha dato disposizione che al suo funerale non ci fossero discorsi di saluto… e noi, che l’abbiamo avuto come direttore di Vita Nostra, non vogliamo andare contro la sua volontà. Certo  non avrebbe voluto scritti elogiativi. Abbiamo perciò pensato di parlare della nostra comunità, così come lui l’ha vissuta, con alcune testimonianze. Bepi, speriamo ci perdonerai … (le foto sono del 2007, scattata durante una festa della comunità)   

la redazione

LA PARROCCHIA SI INTERROGA               (di Marina Larese Gortigo)

Conoscevo Bepi  Iori da tanto tempo, dai lontani anni dell'Università. Rivederlo qui a San Camillo mi aveva fatto piacere: un sorriso, un abbraccio, il pizzicore della sua barba molto lunga (allora) e già un po' grigia mi avevano ricordato cose passate, belle e irripetibili, come l'attesa per un esame e il suo superamento. Cose di gioventù.

Ma l'occasione che mi ha permesso di approfondire la nostra amicizia è stata quella di trovarci, lui come guida di un gruppo di praticanti, credenti e dubbiosi, io come segretaria, durante una serie di incontri sollecitati dalla Diocesi di Padova e tesi a verificare il rapporto tra la singola parrocchia e persone diverse.

Si trattava di discutere su alcuni temi di grande impatto: che cosa cerco, che cosa trovo in parrocchia? Che cosa temo dalla parrocchia? Che cosa porto in parrocchia? È chiaro che erano necessarie una grande apertura e, soprattutto, sincerità  da parte di tutti.

Quella volta Bepi ha dato, a mio parere, il meglio di sé: ascoltava, stimolava, commentava con intelligenza,  senza giudizi e senza acredine, favoriva il dialogo e l'interazione fra i presenti. Ne è venuta fuori un'esperienza notevole,  spiritualmente e umanamente.

Poi, alla fine, c'è stata la cena a base di pizza: quante battute, risate, allegria! Bepi era sereno (nonostante la perdita recente dell'amatissima moglie) e  come sempre ironico e autoironico.  Una calamita di simpatia e di fiducia

CATECHESI DEI BAMBINI  (di Franca Bisaglia)

Ho fatto parte del Gruppo Catechesi dei bambini, in preparazione ai Sacramenti, per circa 40 anni.

Negli ultimi due, ho avuto la fortuna di essere in coppia con Bepi lori. È stata un'esperienza arricchente. Mi sono resa conto che lui, pur con la sua vasta cultura ed esperienza di docente di Liceo, con molta umiltà aveva partecipato a un corso per Catechisti, suggeritogli da P. Roberto. Non solo! Si preparava con me con grande modestia per gli incontri del sabato con i bambini, lodando il metodo finora seguito.

Questi incontri non sono una "tassa” da pagare per partecipare ai Sacramenti, bensì un cammino di conoscenza e di fede fatto dai piccoli con i genitori e i catechisti.

I Sacramenti non sono obbligatori: il Parroco, quando si incontra con i genitori, rivolgendosi

specialmente ai tiepidi o indifferenti, raccomanda loro di "non mettere sulle spalle dei figli i pesi che loro stessi non vogliono o non sono in grado di portare".

Tutto questo entusiasmava Bepi, che era felice di essere catechista dei bambini e accoglieva le varie iniziative proposte per rendere leggera e anche divertente l'ora dell'incontro del sabato. Voleva trasmettere ai ragazzini la gioia della sua riscoperta di un Dio che ama e che non abbandona mai.

GRUPPO FESTA DELLA COMUNITÀ              (di Pietro Cecchin)

Bepi non era “ufficialmente” nel gruppo che fa servizio nella festa della Comunità ma semplicemente, in un paio di edizioni, aveva chiesto di aiutare alle griglie. Penso che le volte in cui è venuto dopo un po’ si stancasse fisicamente, perché non è facile stare in piedi a lungo, con fumo e calore che ti mettono costantemente alla prova. Aveva bisogno di una mano (non era al 100%) e sugli orari era molto elastico, perché, essendo conosciuto da tutta la parrocchia, dopo un po’ usciva a salutare e… si perdeva. È venuto per due o tre anni, poi si è ammalato la prima volta. La zona griglie, con il fatto che si “rompe” qualche bottiglia di prosecco, “cade” qualche salsiccia (che è un peccato buttare via) e c’è da verificare se la frittura è cotta al punto giusto, è una zona di aggregazione in cui molti trovano lo spazio per scambiare una parola o raccontare una barzelletta (e lui ne aveva sempre due o tre con una, almeno, su Berlusconi) e questo è il vero motivo per cui a lui piaceva … cucinare alle griglie.

MINISTRI STRAORDINARI DELLA COMUNIONE   (di Maria Teresa Galvagni)

Bepi Iori amava la Parrocchia e desiderava mettere a servizio della comunità i suoi doni, così com’è possibile fare ai laici. Fu lui che nell’anno 2005 chiese al Parroco di istituire, anche nella nostra parrocchia, i ministri straordinari della Comunione.

P. Roberto accettò la proposta di Bepi e insieme a lui chiese ad alcune persone, in particolare donne, la loro disponibilità per svolgere questo ministero. Andammo a un corso diocesano di formazione spirituale e pratica per renderci consapevoli della missione particolare che ci veniva affidata.

Il nostro servizio è un aiuto per i sacerdoti, dà la possibilità di visitare malati e anziani e portare a loro la Comunione: sono incontri che arricchiscono anche la nostra fede.

Ai ministri è possibile distribuire la Comunione anche in chiesa, se  necessario. Domenica 6 aprile 2006, durante la Messa, il Parroco ci conferì il mandato di Ministri Straordinari della Comunione. Bepi sentiva e viveva con gioia e impegno questo ministero e non si limitava a portare la Comunione nelle case, ma anche nella Messa domenicale aiutava nella distribuzione del pane eucaristico e si offriva per ogni servizio all’altare. 

GRUPPO PRANZI DI SOLIDARIETÀ                         (il gruppo D)

“L’arrosto lo preparo io!”. Con questa frase perentoria, ma sempre accompagnata da un bel sorriso, Bepi esordiva alle riunioni di preparazione del Pranzo di Solidarietà per i poveri. Per tutti noi di servizio in cucina, i suoi arrosti rappresentavano una sicurezza per la riuscita del pranzo; lui ne era giustamente fiero e noi cuoche gliene eravamo grate.

La domenica mattina andava personalmente in piazzale Pontecorvo a prendere il pane fresco per il pranzo, arrivava in cucina con un grande e profumatissimo sacco di pane, indossava il grembiule e subito rallegrava il lavoro di tutti noi con le sue battute e le sue argute considerazioni.

Lo stesso atteggiamento spontaneo e cordiale riservava a tutti gli ospiti: quando il pranzo era pronto lui era il primo a uscire dalla cucina, per andare a sedersi con loro per la condivisione. Condivisione del pasto e non solo: si intratteneva con tutti con umanità ed empatia, senza distinzioni di età, senza nessuna barriera culturale, senza pregiudizi di sorta, facendosi da subito vicino a queste persone.

ASSOCIAZIONE AMICI DI SAN CAMILLO         (di Fiorenzo Andrian)

Non conoscevo a fondo Bepi Iori; una sua dote però mi ha subito colpito: la capacità di stare assieme alle persone mettendo subito ciascuno a proprio agio. E questo sicuramente gli veniva facile avendo un animo naturalmente predisposto in favore del prossimo.  Lo ha dimostrato nella carriera dedicata all’insegnamento, nelle numerose cariche pubbliche rivestite, nella propria vita sociale, e ha voluto rimarcarlo nelle sue ultime volontà.  Infatti pur non essendo mai stato iscritto agli “Amici di San Camillo”, ne ha sempre apprezzato  l’attività in favore dei bisognosi, arrivando a lasciare all’associazione la quasi totalità dei propri beni.  È una decisione (condivisa dal fratello Francesco, a cui vanno tutti i nostri ringraziamenti) che ci fa capire quanto fosse grande l’amore di Bepi verso il prossimo. Ed allo stesso tempo è un grande sprone per noi a proseguire nella nostra opera in favore degli ultimi, sapendo di avere un grande amico che da lassù ci illumina.  

 

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