LA GITA DEL 25 APRILE A CAVA BOMBA

Il 25 aprile è una data importante. Non solo per motivi storici che forse ormai stiamo dimenticando, ma anche perché è una data utile per la prima gita fuori porta della primavera. È vero! Prima c'è Pasquetta, ma ... non è la stessa cosa. A Pasquetta stai ancora digerendo, stai smaltendo il triduo, insomma... è un'altra cosa.

Il 25 aprile è diverso: cominci a pensarci subito dopo l'Epifania, quando vedi le prime frittelle al panificio. E allora pensi: per quanto tempo potrò mangiarle? E appena torni a casa vai a vedere quand'è martedì grasso ovvero quando cade la Pasqua. Se è alta sei fortunato, ma se è bassa ne vedi poche di frittelle. Non solo, ma la Pasquetta sarà freddina. Ed è in quel preciso istante che pensi al 25 aprile che fortunatamente non dipende, come le frittelle, da quando cade la Pasqua. Ci sarà il ponte o non ci sarà? E poi c'è il primo maggio, che non cade mai lo stesso giorno del 25 aprile. Quest'anno un po' ci speravo. È bisestile, non si sa mai. Ad ogni buon conto il 25 aprile era un freddino lunedì di aprile, indicato dalle previsioni del tempo come il più piovoso giorno dell’anno… naturalmente sole splendente!

Quest'anno in una cinquantina siamo andati a Cinto Euganeo, alla Cava Bomba. C'è un sentiero eccezionale che gira proprio attorno al Monte Cinto. Me l'aveva suggerito un amico parrocchiano, uno dei più grandi esperti di percorsi amatoriali a piedi dei Colli Euganei. Una sorta di Messner dei Colli Euganei! Un Morricone delle camminate sui Colli! Ed effettivamente è stata una gran bella gita: percorso a piedi calcolato su misura per il tipico bambino camilliano "ho fame, sono stanco, non ce la faccio più, ho sete, perché siamo venuti qui, quanto manca, domani non vado a scuola".

Visita alla cava dove i bambini hanno preso a martellate delle pietre nella speranza di trovare un fossile del periodo Protozoico Superiore. Nel frattempo, i genitori hanno visitato il museo archeologico… anche se ci sono state delle defezioni, per assaggiare il prosecchino del pranzo: alcuni, con classe e maestria, hanno abbandonato il gruppo per sedersi su una comoda panchina all'ingresso del museo.

Il pranzo è andato alla grande e nulla è mancato: dal panino, all’affettato, al salame di Gazzo, all’ovetto sodo e ovviamente, visto il periodo di siccità, si è preferito risparmiare sull’acqua e rifugiarsi nel prosecchino. Dicevo che nulla è mancato. Non è nemmeno mancata la presenza di Padre Roberto che nel primo pomeriggio ci ha fatto proprio una gran bella sorpresa. È venuto a darci un saluto, un gran bel saluto.

La prossima gita: cascate di Molina, in Valpolicella, con raccolta di ciliege nel campo dei genitori della moglie del Messner dei Colli Euganei.

Zeno Baldo

 

torna all'indice - Vita Nostra giugno 2016 - anno 11 numero 2