Lettera alle famiglie

È NATALE ANCORA

Carissimi, ogni mattina guardo dalla mia finestra le case della parrocchia e rivolgo un pensiero a tutti coloro che vi abitano. Alla mente si affacciano volti conosciuti, altri solo noti, e penso anche a quelli che non ho ancora visto e a quelli che difficilmente conoscerò. A volte immagino le varie situazioni di vita: i ragazzi che si stanno preparando per andare a scuola, le mamme che hanno iniziato la loro corsa giornaliera tra tanti impegni e preoccupazioni per riuscire a farci stare lavoro, famiglia e quant'altro, i papà che sono già usciti o che stanno andando a lavorare.

Penso alle tante persone (giovani e adulti) che invece desiderano un lavoro, che faticano a trovarlo e devono fare i conti con lo scoraggiamento che toglie le energie e rende pesante la difficoltà economica. Penso agli anziani che magari stanno ancora riposando e a quelli che non riescono più a dormire bene, e con fatica iniziano un'altra giornata temendo che sia lunga e corrono il rischio di sentirla vuota. Penso ai nonni che curano con affetto i nipoti, ma che si sentono già stanchi e a volte quasi inadeguati, perché non è sempre così facile stare con i bambini e i ragazzi: in alcuni momenti non si sa come gestirli. Parlano un linguaggio e vedono le cose in modo così diverso, quasi spaventa la distanza di abitudini e di cultura, oltre che di età. Penso ai malati, anche quelli della nostra Casa di Accoglienza San Camillo, che iniziano la giornata sperando di stare un po' meglio, e a coloro che cercano di non soccombere a una sofferenza continua. Penso a qualche giovane coppia che ha iniziato da poco la vita insieme, ai loro progetti, alla freschezza di un sentimento che si sta consolidando, ma anche a qualche coppia che invece vive le tensioni e il dolore di una relazione infranta. Mi dico: ci sarà qualche giovane donna stupita e contenta del dono della vita che porta nel grembo? Ce ne sarà anche qualcuna spaventata o che si sente addirittura minacciata da questa nuova vita? E come non pensare agli immigrati presenti tra noi, con le loro difficoltà a comunicare, a capire, a trovare lavoro, con la delusione per progetti e aspettative di benessere che immaginavano, ma che non trovano. E mi vengono in mente i volti dei bambini e dei ragazzi che ho incontrato in chiesa, al catechismo, ai Grest in patronato in tante occasioni; tanti li conosco per nome e li saluto con affetto; loro mi ricambiano con un sorriso che scalda il mio cuore e mi fa dimenticare i problemi e le fatiche degli impegni pastorali. E poi i volti degli adolescenti e dei giovani che sono, soprattutto quest'anno, al centro delle attenzioni della nostra chiesa di Padova, ma anche della chiesa universale; di loro ho tante immagini positive, ma anche qualche pensiero preoccupato per le tante ombre che incombono su ragazzi e giovani.

Potrei continuare a immaginare situazioni e persone, ma poi vado in chiesa e rivolgo al Signore la mia preghiera con il cuore, per tutta quella parte di chiesa e di umanità di questa cara parrocchia, delle sue vie, delle sue case. In alcune di queste mattine ho pensato di scrivere questa “lettera alle famiglie” come piccolo segno di un pensiero per tutti, come piccola testimonianza di vicinanza e di desiderio di comunicazione.

E mi pare bello farlo in questi giorni perché, tra la crisi e le incertezze, tra le difficoltà e le speranze, in questo nostro tempo ancora sarà Natale. Guardiamo ancora stupiti questo evento, da tanti ormai visto con disincanto e con l'abitudine delle cose che si ripetono. È Natale ancora, perché Dio non si stanca di amarci, di parlarci, di indicarci la via. È Natale perché Dio che si è fatto bambino non cessa mai di soffrire e di gioire con noi. Non si stanca di starci accanto e di chiamarci a costruire giorno per giorno con Lui la nostra esistenza. È Natale perché con Lui la vita non cade mai nel banale o nell'inutile, è Natale perché ci viene ancora annunciata la verità della salvezza offerta a tutti gli uomini.

Gesù ci vuole donare se stesso e vuole aprire spazi di condivisione e di dialogo.

Spero che questo notiziario, che entra nelle vostre famiglie, possa essere accolto positivamente e diventi piccolo segno e annuncio di un Dio vicino, che ci ama, che con la sua incarnazione si è unito a ogni uomo in ogni tempo, si è unito a te, a ciascuno di noi. Lui è venuto nel mondo per essere nostra via, verità e vita.

Grazie a tutti coloro che da dieci anni curano la redazione di “Vita nostra” e a quelli che la distribuiscono nelle famiglie.

Grazie anche per tutti i gesti di bontà, condivisione e servizio, che anche quest'anno hanno accompagnato il nostro cammino comunitario. Grazie di cuore per tutto il bene che in qualsiasi modo e forma ciascuno di voi riesce a esprimere e manifestare.

In attesa di incontrarvi, invoco su tutti la benedizione di Gesù e chiedo anche la vostra.

Un saluto cordiale e fraterno a tutti.

Auguri di cuore per un buon Natale e un sereno anno nuovo.

Padre Roberto unitamente a Padre Renzo e sacerdoti collaboratori

 

Immagini del presepio nella nostra chiesa, lo scorso anno

 

 

     
  

torna all'indice - Vita Nostra dicembre 2017 - anno 12 numero 3