Il patrimonio dei ricordi.

IGNAZIO SIDOTI

Era venuto a Padova ancora studente, con il sole della sua Sicilia nel cuore. E qui aveva trovato nuovi amici, nuovi impegni di studio e di lavoro e quel modo tutto suo di mettersi a disposizione degli altri, senza retorica e senza clamori. A un anno dalla sua scomparsa, Ignazio Sidoti è stato ricordato dalla famiglia con una cerimonia religiosa alla quale hanno partecipato gli amici della comunità parrocchiale di San Camillo, che da sempre sono vicini alla moglie Maddalena e ai figli Federica, Alberto e Maria Cristina. È il caso di dirlo, da sempre, perché a questa parrocchia, lui che era nato a Borgia, in Calabria, era profondamente legato fin da quando, nel 1965, si era trasferito a Padova da Messina, dove aveva già frequentato il biennio di ingegneria. La parrocchia di San Camillo esisteva da appena cinque anni, ma quell’anno iniziarono i lavori per la realizzazione della nuova chiesa. Il patronato era ben diverso da quello attuale, e Ignazio ci andava a giocare a calcio. Una passione, quella per lo sport, che lo accompagnò per tutta la vita e che espresse anche attraverso il sostegno a diverse realtà associative del territorio.

In parrocchia, mise a disposizione la propria competenza professionale. Nel 1971, l’anno in cui sposò Maddalena, aveva aperto lo studio che da allora si occupa di ingegneria, architettura e urbanistica ed è attualmente diretto dal figlio Alberto, architetto. “Credeva fermamente che i professionisti dovessero dare il loro contributo nella vita sociale del Paese”, ricorda la moglie. Nel ’75, quando il numero crescente di bambini e ragazzi presenti alle attività ricreative rese necessario un ampliamento del patronato, l’ingegnere si offrì gratuitamente per il progetto.

Furono realizzati la sede sociale e nuovi impianti sportivi con gli spogliatoi, sistemato e illuminato il campo da calcio e pavimentato quello di pallacanestro.

Si cementò in quegli anni l’amicizia con il nostro parroco padre Roberto, allora cappellano e infaticabile animatore di frequentatissimi Grest. “Ha voluto bene alla sua parrocchia e al suo parroco – dice – e qui ha dato il meglio di se stesso. Era una persona riservata, umile, con valori forti e radici salde. I genitori erano persone generose come lui. Così lo zio, monsignor Alfonso Sidoti, noto teologo-biblista della diocesi siciliana di Patti, che venne più volte a celebrare la messa nella nostra parrocchia. Era signore dentro, animato dal quella rettitudine che di questi tempi è merce rara. Per me era un amico, sempre disponibile. Una persona per bene”.

Un’altra occasione per offrire gratuitamente la propria professionalità si presentò per la casa di accoglienza, a supporto dei familiari dei malati ricoverati a Padova, inaugurata nel 1998. “Il patronato e la casa di accoglienza – ha detto padre Roberto durante i funerali – resteranno un segno e un ricordo della sua generosità e del suo amore per la sua comunità parrocchiale”.

Improntato allo stesso spirito di servizio anche il suo impegno politico. Fu il più giovane consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Padova, che guidò dal 1993 al 2005 come presidente. Fu anche componente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri - ruolo nel quale si fece promotore di numerose proposte per il riordino della categoria - e della Commissione Edilizia del Comune. Tra il 1999 ed il 2004 fu assessore provinciale all’Urbanistica. Ma nell’ambiente politico, improntato più all’arrivismo e alla spregiudicatezza che al bene comune, Ignazio Sidoti non si integrò mai fino in fondo. Non si accodò ai carri più affollati e si mantenne piuttosto fedele ai valori originari del suo impegno.

“Per cinque anni – ricorda la moglie Maddalena – ha dato anima e corpo, trascurando il lavoro dello studio, anche per evitare conflitti di interesse e dedicarsi completamente al suo incarico, con grande umiltà e rispetto del cittadino. Non ha mai avuto una parola ‘contro’ nessuno e questa era la sua più grande virtù come uomo”.

In sua memoria, il 12 maggio scorso è stata fondata la “Associazione Ignazio Sidoti per il sociale”, una Onlus gestita direttamente dalla famiglia che ha lo scopo di raccogliere fondi per promuovere la dignità della vita dei bambini di strada o indigenti dei paesi in via di sviluppo (India e altri paesi dell’Asia, America Latina, Africa) e migliorare le loro condizioni di vita attraverso una buona alimentazione, l’assistenza sanitaria, l’istruzione e la formazione professionale. Un modo concreto per mantenere viva la memoria della sua generosità.

Madina Fabretto

 

Ignazio con la moglie Maddalena, nella festa per il 40° di matrimonio

 

1990 - inaugurazione del nuovo patronato

 

 

 

     
  

torna all'indice - Vita Nostra dicembre 2017 - anno 12 numero 3