LETTERA DI BABBO NATALE DIVINO

Miei cari fratelli e sorelle della nostra cara e bella comunità cristiana di San Camillo e voi tutti carissimi uomini e donne di buona volontà, anch’io da bambino scrivevo la letterina a Babbo Natale; la mettevo sotto il piatto di mio papà, nella tavola imbandita per il pranzo.

Mi fu subito chiaro che c’era una continuità tra il Babbo Natale Divino e il mio papà che era lì a tavola e faceva un “Oooh!” di sorpresa e soddisfazione quando alzava il primo piatto e trovava sotto la letterina.

Adesso non scrivo più letterine a Babbo Natale, anzi mi trovo ad essere io oggi a rappresentare il Babbo Natale divino per tante persone, grandi e piccole, che mi chiamano “Padre”.

E, allora, scrivo questa mia lettera di Natale alle tante persone che mi chiamano “Padre”, per tutti voi che, indipendentemente dall’età, dalla condizione sociale e convinzione religiosa, mi riconoscete una paternità spirituale a motivo del ministero sacerdotale che svolgo nel trasmettere i doni del Padre Nostro che è nei cieli.

È il 50° Natale che il Signore mi dona di trascorrere qui con voi, che siete stati e siete la mia grande famiglia. Mentre vi scrivo, ho davanti ai miei occhi la bella statua di Gesù Bambino custodita nell’armadio della sacrestia dal Natale scorso e che anche quest’anno presenterò nella Messa della notte di Natale.

Caro figlio, fratello e amico carissimo, celebra con gioia il Natale, l’evento della nascita di Gesù vero Dio e vero uomo. È il dono di Dio! Quando a Natale farai dei doni, o avrai un gesto di affetto, o dirai parole buone alle persone, pensa che questi tuoi doni sono riflessi di luce, sono gli echi d’amore del dono che è Gesù, figlio di Dio fatto uomo, nostro fratello. Quando porterai un regalo agli altri, pensa che anche tu sei un dono e che anche il fratello è un dono. Festeggia il Natale di Gesù e benedici il tuo natale e la nascita di ogni persona che ti vive accanto. Ogni uomo che viene alla luce ripete il miracolo del Natale di Cristo, perché è Dio che vuole quella nascita; è Lui che ama quella vita.

Il Natale di Gesù è contenuto in tutte le altre nascite. Gesù è nato, cioè ha voluto avere un inizio come tutte le creature, Lui che era eterno, proprio per condividere con noi il tempo, la storia, la carne. E come tutti noi ha scelto di avere una fine, una morte. Ha compiuto questo per deporre in tutte le nascite e in tutte le morti, con la sua presenza, un seme divino, lo Spirito di figli nel quale diciamo: “Abbà, Padre e Babbo”.

Dobbiamo amare la nostra vita, sempre e comunque. E dobbiamo amare e festeggiare la vita di tutti, da chi ora nasce fino a chi muore, perché in essa si celebra una manifestazione della condivisione di Dio con la nostra realtà, una rivelazione del suo amore. Moltiplichiamo sì i regali, le feste, i canti, le luci e gli addobbi per festeggiare il Natale di Gesù e anche per festeggiare il natale di ognuno di noi, contenti di essere nati e di vivere, “Figli di Dio, eredi di Dio, coeredi di Cristo”. Merita di festeggiare il Natale, la vita e Dio Padre della vita. Buon Natale! La luce spirituale, invincibile di questa festa illumini le ombre lasciate dal male.

· Auguri a voi, bambini: il Natale è la vostra festa, non fatevela espropriare! Riempitela con il vostro caldo, disarmante sorriso, un sorriso che profumi di pace e di paradiso.

· Auguri a voi, ragazzi e giovani, che frequentate chiese e patronati, scuole e palestre, vie e piazze, anche quelle virtuali: coltivate sogni belli e speranze alte per il vostro futuro e affidateli al Signore che vi ha voluti al mondo per qualcosa di grande, di divino, di eterno.

· Auguri a voi, persone sole, anziane e malate: noi non sappiamo ciò che Dio ci ha riservato, ma sappiamo che Egli sempre ci ama, come un padre e una madre, e non cade foglia che Dio non voglia una nuova Primavera.

· Auguri a voi, amici: è sempre l’ora di fare del bene. Quando date un’ora di tempo, un’offerta, un sorriso, una preghiera, sappiate che serve perché “Venga il suo Regno”.

· Auguri a tutti, piccoli e grandi, che possiate trascorrere queste sante ricorrenze in famiglia, per confidarvi a vicenda le gioie e le scoperte, i successi e le amarezze, i dubbi, le inquietudini, i disagi, le sconfitte, per ripartire con suggerimenti e proposte per rendere anche il mio ministero pastorale meno fragile e più concreto, affinché la nostra comunità parrocchiale si trasformi sempre più in una casa calda e luminosa, dove si spezza e si mangia il pane della carità, della fraternità e della riconciliazione.

E per questo vi auguro un Natale davvero buono e buono perché vero. E felice anno nuovo 2019.

P. Roberto

(si uniscono P. Renzo

e i sacerdoti collaboratori)

 

 

immagini del presepio

del Natale 2017 nella nostra chiesa

 

 

 

     
  

torna all'indice - Vita Nostra dicembre 2018 - anno 13 numero 3